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venerdì 1 dicembre 2017

Intervista a Runny Magma, lo scrittore LGBT "fantasma", in occasione dell'uscita di ‘Small Town Boys’





Un vecchio diario. Un ragazzo cocciuto. E un mistero da risolvere...
Niccolò sta vivendo l’estate fra la maturità e l’università. Ha una cotta per l’ex Professore di Filosofia, una zia single un po’ sfigata e le idee poco chiare sul suo futuro. Questa monotonia viene interrotta dalla scoperta di una tragedia avvenuta trent’anni addietro a un coetaneo dell’epoca, gettatosi sotto un treno per sfuggire al bullismo e all’omofobia. Niccolò si convince che non si sia trattato di suicidio ed è intenzionato a fare giustizia. Correrà il rischio di mettersi nei guai o quello di trovare la sua strada?


È questa la trama di "Small Town Boys", l'ultima fatica letteraria di Runny Magma, lo scrittore che NON ha intenzione (per il momento) di rivelare alcun indizio sulla sua persona se non che "alle giarrettiere preferisce le bretelle e adora azzannare liquirizia, il suo gatto e altre cose che magari immaginate senza starlo a spiegare."
Il volume, totalmente autoprodotto, è già acquistabile sia in formato cartaceo che digitale su Amazon.it



Per l'occasione, ho fatto qualche domanda all'autore:

Nel tuo blog ufficiale, parlando di te stesso in terza persona, affermi: "RUNNY MAGMA mantiene segreta la sua reale identità affinché i suoi scritti vengano valutati al di là di qualsiasi pregiudizio". A cosa ti riferisci precisamente?

Negli ultimi anni la narrativa lgbtqi è stata un po’ sdoganata, per quanto sia ancora di nicchia, ma nel momento in cui ho iniziato c’erano un sacco di polemiche sull’emergente mm romance. Nella mia prima intervista rilasciata al compianto Alessandro Rizzo di “Pianeta Gay” risposi così: “Se scrivi romance devi essere donna, se scrivi gay fiction devi essere uomo, se sei esordiente non sai scrivere, se sei un professionista sei raccomandato, se sei giovane non sai niente della vita, se sei vecchio sei da rottamare, se sei sconosciuto non hai abbastanza amici, se sei conosciuto hai troppi nemici.” Sdoganata o non sdoganata, secondo me la tendenza è ancora questa.

È possibile sapere l’età? In caso contrario dacci almeno un indizio. Io ad esempio ho 27 anni, tu ne hai di più o di meno?

Di più 😉

Cosa pensi del self publishing? Contribuisce alla libera espressione o permette a tutti, anche a chi non sa scrivere e non ha nulla da dire, di pubblicare una propria opera?

Entrambe le cose, ma ormai lo stesso discorso vale per le case editrici in crisi che pescano alla cieca in preda ad attacchi di panico.

“Small Town Boys” è il tuo ultimo romanzo ed è disponibile solo in lingua italiana. Come mai hai scelto proprio un titolo in inglese?

“Smalltown Boys” dei Bronski Beat è una delle più celebri canzoni legate all’universo lgbtqi. Negli anni ‘80 (epoca in cui si trovano le radici della storia) è stata correlata al primo videoclip lgbtqi di rilevanza mondiale. Una sceneggiatura triste ma piena di speranza, happy end incluso. Ho solo spezzato l’aggettivo per non avere problemi di copyright, ma il senso di ambedue i testi è lo stesso. Ci sono molti altri riferimenti legati a quegli anni, ogni capitolo difatti richiama una canzone pop incentrandosi sul tema in questione, fino al reprise finale.

Di cosa parla Small Town Boys?

La storia è narrata in prima persona al presente dal giovanissimo protagonista, per cui il lettore segue gli eventi in corso solo dal suo punto di vista. Alcuni dettagli sono un pretesto per raccontare altro, ma la struttura in definitiva è quella del giallo, quindi sia Niccolò sia chi legge ha a disposizione i particolari che potrebbero portare alla soluzione, che per ovvie ragioni non posso rivelare in questa sede. Tuttavia c’è tempo per riflettere sulle differenze tra due epoche e sui cambiamenti che sono o non sono avvenuti nel frattempo. Ho cercato di affrontare il tema ostico con coscienza, ma anche con ottimismo, per non perdere l’ironia dei miei lavori precedenti che erano più leggeri. Ma questo lo lascio fare perlopiù ai personaggi. In riferimento allo ‘sdoganamento’ di cui sopra, è certo che Niccolò vive tempi più facili rispetto a quelli 'subiti' da Loris... ma proprio grazie a tanti Loris.

BIOGRAFIA

Nel 2015 Runny Magma ha pubblicato i romanzi "Mascarado", "Perfect Strangers" e la mini-raccolta "Porcahontas e (S)mascarado", nel 2016 il romanzo "A qualcuno piace tiepido", nel 2017 "Small Town Boys". Ha anche curato la rubrica "Drag Stories - Storie di strascichi" sul blog "Refusi Etc.", dove ha dato voce alle drag queen italiane.

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giovedì 30 novembre 2017

È tempo per un cambiamento in Egitto?



Concerto del cantante Mashrou' Leila al Cairo

In Egitto non esistono leggi specifiche sulla sodomia benché vengano utilizzate altre norme e cavilli giudiziari per avviare procedimenti penali nei confronti di chi pratica attività omosessuale. Fra queste, la più importante era stata originariamente introdotta per combattere la prostituzione, ma è diventata potenzialmente in grado di criminalizzare qualsiasi rapporto occasionale o promiscuo a prescindere dal sesso delle persone coinvolte.
Il termina arabo per “prostituzione” è infatti “di' ara”, ma la commissione parlamentare che si occupò di redigere la legge nel 1949 inserì anche la parola “fujur” (depravazione).
Per un approfondimento leggi anche: Islam e omosessualità

Persino l'applicazione Grindr mette in guardia: "Le autorità egiziane stanno arrestando persone Lgbt, la polizia stessa potrebbe fingersi Lgbt all'interno dei social media per tenderti una trappola, fai attenzione a chi incontri e a non postare informazioni che possano rivelare la tua identità

Recentemente vi è stata un'ondata di arresti, con epicentro nella capitale, in seguito all'apparizione di bandiere arcobaleno durante il concerto del cantante Mashrou’ Leila, interprete indie rock libanese che si definisce fieramente musulmano, arabo e gay. Successivamente alla reazione furiosa dei media egiziani, per lo più conservatori e fortemente legati al governo, circa 70 individui appartenenti alla comunità Lgbt sono stati arrestati con l'accusa di "dissolutezza dei costumi" e "depravazione".
Di questi, secondo gli ultimi aggiornamenti, almeno 16 sono stati condannati a tre anni di carcere ed altri tre anni di libertà condizionata.

Attualmente la libertà di espressione è seriamente in pericolo in Egitto, persino il famoso poeta Mohsen al-Balasy, dopo aver affermato in diretta su al-Mehwar TV che "la società non dovrebbe escludere chi è diverso" è stato fatto allontanare dagli studi della trasmissione. Dopodiché non sono tardate le telefonate (sempre in diretta e in questo caso senza censura) di spettatori inferociti. I gay dovrebbero essere condannati a morte, Balasy stesso dovrebbe essere "esaminato" dal ministro della sanità: questi i toni di un Egitto che si fa sempre più portavoce di discriminazione e omofobia.

Secondo numerose fonti almeno cinque dei detenuti sarebbero stati sottoposti a un esame anale volto a verificare la presunta omosessualità.

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martedì 21 novembre 2017

Qual è la situazione LGBT in Turchia?


L'omosessualità in Turchia è legale dall'avvento della repubblica nel 1923.
Nonostante ciò, la comunità Lgbt turca accusa tuttora maltrattamenti, ostilità, diniego dei diritti e persino numerosi casi di abuso e stupro. Secondo un recente studio circa l'80% dei cittadini turchi sostiene che l'omosessualità sia "eticamente intollerabile".
Inoltre l'instabile situazione politica dopo il colpo di stato del luglio 2016, la cui disfatta ha permesso al presidente Erdoğan di accrescere il proprio potere facendo piazza pulita dei detrattori, costituisce attualmente un grave pericolo per la democrazia. In tali situazioni di fragilità e insicurezza, così pure come ci insegna la storia, i diritti delle minoranze vengono spesso messi da parte e calpestati.

Già quest'estate si era svolto ad Instanbul, città aperta e multietnica per antonomasia, il consueto gay pride che da piazza Taksim avrebbe dovuto sfilare per le vie del centro. Dopo scontri e tafferugli con gruppi neo fascisti, la polizia aveva disperso la folla.

È ormai dal 2015, quando i partecipanti si erano visti respingere con l'ausilio di gas lacrimogeni, che la Turchia non celebra più un gay pride a cuor leggero come avviene in altre nazioni europee quali Spagna, Francia, Germania o Regno Unito.
Dopo l'interdizione del Pink Life QueerFest (un festival del cinema gay) questo 15 novembre 2017,che si sarebbe dovuto svolgere nella capitale, le autorità di Ankara sono arrivate addirittura a proibire qualsiasi manifestazione o evento Lgbt "fino a nuovo ordine" in quanto tali proposte "potrebbero dare adito a contro-iniziative e ostilità da parte di gruppi avversi compromettendo così la pubblica sicurezza".
Detto in parole povere, visto che il governo non è in grado di tenere testa a criminali e fascisti, fa il loro gioco.
Una decisione singolare per un paese che mira ad entrare nella Comunità europea e che dovrebbe far riflettere sulla direzione politica che sta intraprendendo assieme al suo "presidente" - dittatore Recep Tayyip Erdoğan.

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lunedì 13 novembre 2017

Life stories: Andrej. Essere gay in... Gomel, Bielorussia


Tra radiazioni e incontri furtivi nella città più colpita dal disastro di Černobyl'

Andrej

Mi chiamo Andrej, ho 25 anni e vivo a Gomel, Bielorussia. Sono del 1991, venuto al mondo appena qualche anno dopo l'incidente alla centrale nucleare di Černobyl' che ha fortemente contaminato la nostra città. Sono nato con un leggero dislocamento osseo al torace, fortunatamente non ho avuto altre conseguenze. Non penso siano importanti per noi, le radiazioni. Ci abbiamo sempre convissuto e continueremo a conviverci. Ogni tanto appare qualche neonato con lievi mutazioni genetiche o piccoli difetti allo scheletro e agli organi interni, ma è una cosa con cui dobbiamo fare i conti.

Gomel è una città di circa 500.00 abitanti vicino al confine ucraino. Qualche bar, una manciata di ristoranti, tre cinema, parchi... una città tranquilla!

Abito in via Parizhskoy Kommuny vicino al fiume Sozh, in un modesto appartamento di proprietà assieme ai miei genitori. Non ho mai parlato molto con loro. Mia madre fa l'economista e lavora sempre in mezzo a mille scartoffie e grafici. Mio padre non fa nulla, l'unica occupazione che conosce è quella di ubriacarsi quotidianamente davanti alla Tv. E picchiare mia madre, quando capita.

Non sono dichiarato, non capirebbero.

Ho svolto una vita abbastanza comune.
Dai 6 ai 16 anni sono andato alla "scuola d'inglese". Solitamente gli studenti in Bielorussia hanno un'unica lezione d'inglese a settimana, ma dove andavo io ce n'erano ben due al giorno. Dopo, dai 16 ai 21 anni, ho frequentato l'università dove mi sono laureato in ingegneria edile.Tuttora lavoro per una ditta che si occupa di progetti di ristrutturazione.

Sapevo fin da piccolo di essere gay. O meglio, ne avevo avuto un sentore. Eppure la prima volta che mi è venuto in mente di incontrare un ragazzo avevo 18 anni. Era un coetaneo, bello da far paura. Tuttavia non ero "abbastanza" per lui e dopo una breve chiacchierata lungo le vie di Gomel ci siamo congedati.

Triste per l'insuccesso, per un anno non incontrai altre persone. Fino a che, a 19 anni, feci conoscenza con un ragazzo sul sito di incontri russo date.bluesystem. Si chiamava Feliks, aveva 26 anni ed abitava a Mosca, ma la distanza non mi spaventava. Avevo quasi vent'anni ed ero ancora vergine. Sentivo che se non avessi fatto qualcosa, la vita mi sarebbe passata davanti senza che me ne accorgessi. Ho immediatamente comprato un volo per Mosca con i risparmi. Era la prima volta che uscivo dal paese.

Feliks era originario di Petropavlovsk-Kamčatskij, all'estremo oriente russo, ma si era trasferito a Mosca per cercare di diventare un avvocato di successo. Mi ha accolto nel suo appartamento per una settimana.
Poco dopo il mio arrivo ci siamo baciati e abbiamo fatto subito sesso. L'ho fatto entrare dentro di me. Ero impaziente. Non credo nemmeno mi sia mai veramente piaciuto come tipo: era un ragazzo normale, smilzo e filiforme, capelli corvini e lucenti portati con un anonimo taglio a spazzola. Né bello né brutto. Ad oggi penso che questi siano stati gli unici motivi per cui ci sono andato a letto offrendogli la mia verginità: curiosità e impazienza.

Da lì in poi, non l'ho più fatto con altri. Aspetto ancora la persona giusta.

Abbiamo continuato a fare sesso tutta la settimana. Mi scopava più volte al giorno e in diverse posizioni. Tutta l'esperienza sessuale che ho l'ho acquisita da lui perché dopo non c'è più stato nessuno.
Successivamente è venuto a trovarmi a Gomel. Ha affittato un appartamento per tre giorni, solo per noi. L'abbiamo fatto di nuovo.

Se ci ripenso, non riesco veramente a ricordare cosa mi avesse attratto di lui. Eppure stavo cominciando a pensare che fossimo fidanzati o qualcosa del genere. Abbiamo continuato a chattare per i mesi a venire, finché non ho scoperto che usciva con altri ragazzi a Mosca. Decisi di recidere i contatti.

Dopodiché mi sono messo a chattare con un tipo di San Pietroburgo. Dopo quasi un anno di chat, mi sono fatto coraggio e sono partito per incontrarlo. Avevo vent'anni e lui ventidue. Faceva il barista, era alto e muscoloso. Non poteva ospitare quindi ho affittato una stanza. Mia madre mi aveva dato un po' di denaro per l'occasione. Era il mio secondo viaggio. E naturalmente l'ho invitato a dormire da me.

Cosa successe? Non successe nulla.
Bevemmo fino a scoppiare all'interno dell'appartamento e ci baciammo per qualche minuto. Mi girava la testa, ero euforico. Mi mise una mano sulla schiena, sotto la maglietta. Mi spogliò e cominciò a succhiarmi un capezzolo. Non capivo più niente, tutto pareva scorrere a un ritmo lento e cadenzato. Stava per sfilarmi di dosso anche gli slip, quando lo fermai. "No..." gli dissi "Non così. Non in questo modo."
Volevo semplicemente aspettare che fossimo entrambi sobri. Di tutta risposta si rivestì e si richiuse la porta alle spalle. Non lo rividi mai più.

Da quel momento ho incontrato soltanto un altro ragazzo. Avevo 23 anni e lui dieci in più di me. Mi ha portato a fare un giro in macchina e ci siamo baciati. Non c'è stato nulla di più e non ci siamo rivisti.

Nel frattempo ho viaggiato anche in Europa. Sono stato a Venezia per qualche giorno e, lo scorso anno, ho visitato Berlino per ben due settimane. Ho scelto la Germania perché sto cercando di imparare la lingua. Non sono riuscito ad incontrare ragazzi durante i miei viaggi, ma non importa.
Ottenere i visti per l'Europa non è facile. Mi sono dovuto recare all'ambasciata tedesca a Minsk con migliaia di fascicoli e documenti. E poi bisogna aspettare.

Quel che è certo è che un giorno vorrei trasferirmi a Berlino definitivamente. Magari conoscere un uomo italiano o tedesco che mi faccia perdere la testa. Vorrei una vita migliore. In Germania c'è libertà per le persone come noi ed io voglio prendermela, questa libertà. Qui a Gomel non riesco ad essere me stesso ed è per tale ragione che vorrei partire. Partire e non tornare più, anche se la mia città l'avrò sempre nel cuore.

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domenica 12 novembre 2017

"Il ragazzo con la valigia" di Chris Ethan: NARRATIVA GAY OGGI



TITOLO: Il ragazzo con la valigia

AUTORE: Chris Ethan, Phoenix Skyler (traduttrice)

EDITORE: Self Publishing

GENERE: Romance, Lgbt

PREZZO: 4,99 euro ( versione Kindle)

PAGINE: 197

Acquistabile su Amazon.it

"Non si era reso conto di quanto fosse importante una casa fin quando ne aveva avuta una. Ora non poteva fare altro che sperare di non morire durante la notte, dormendo sulle panchine, in metropolitana o sull’asfalto."

Pierce è un giovane senzatetto che vaga senza meta tra le trafficate vie di New York. È stato cacciato di casa dai genitori dopo aver rivelato di essere omosessuale. Con sé porta solamente una misteriosa valigia, unico retaggio del nonno da cui era stato tanto amato e capito.

Rafael è un prostituto sieropositivo con una storia simile a quella di Pierce: cacciato dai genitori, si è trovato costretto a vendere il proprio corpo per cercare di acquistare le costosissime medicine che gli servono per sopravvivere in un'America senza cuore in cui, se sei un Homeless senza copertura sanitaria, rischi di morire come un cane ai margini di un vicolo coperto di spazzatura.

Pierce e Rafael si incontrano quasi per caso e, anche se il primo approccio non è dei migliori, cominciano a prendersi cura l'uno dell'altro.

Riuscirà Rafael a procacciarsi il prezioso farmaco prima che sia troppo tardi? Avrà successo Pierce nel disperato tentativo di dare una svolta alla propria vita?

Gran parte delle risposte stanno proprio nella valigia che quest'ultimo porta sempre con sé e a cui è legato indissolubilmente come fosse un'estensione del proprio corpo, tanto da essere disposto a rischiare la vita pur di non separarsene. E soprattutto, la valigia contiene un segreto. Un segreto in grado di cambiare per sempre le esistenze di entrambi.

"Il ragazzo con la valigia" è un romanzo tanto improbabile quanto realistico e intrigante: due senzatetto omosessuali trovano l'amore tra le spietate strade di New York.

Chris Ethan è in grado di portarci a vagabondare tra viottoli malfamati, ostelli sudici e quartieri pericolosi con la stessa oggettività e concretezza di un film: l'obiettivo è sempre nitido e perfettamente a fuoco, riusciamo a scorgere ogni minimo particolare, nessun dettaglio è lasciato al caso tanto che possiamo figurarci i due protagonisti, indelebilmente segnati dal loro bagaglio e dalle esperienze,come se li avessimo costantemente davanti agli occhi in un flusso continuo di traversie e infortuni.
Infine, una perfetta alchimia di elementi contrastanti riesce a congiungere, senza minare la credibilità dell'opera, uno svolgimento ostinato e doloroso, che non guarda in faccia nessuno, con un lieto fine da favola.

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sabato 11 novembre 2017

"Il sole d'agosto sopra la Rambla" di Damiano Dario Ghiglino: NARRATIVA GAY OGGI



TITOLO: Il sole d'agosto sopra la Rambla

AUTORE: Damiano Dario Ghiglino

EDITORE: Self Publishing

GENERE: Drammatico, Lgbt

PREZZO: 3,99 euro ( versione Kindle) ; 10,40 euro ( versione cartacea)

PAGINE: 127

Acquistabile su su Amazon.it

"David lo accompagnò a malincuore in stazione e gli strappò un ultimo bacio.
Borja era al settimo cielo nella sua pacata staticità. Allontanandosi dalla stazione di Sants, adagiato supino sui sedili e con lo sguardo perso chissà dove, si accorse che i sussulti del treno erano in perfetta sincronia coi battiti del cuore."

Barcellona, tra la Rambla e il Ravàl si svolgono le vicende che segneranno indelebilmente la vita di un gruppo di amici differenti in tutto ma con in comune una cosa fondamentale: la minaccia di un futuro incombente.
La storia tra Miguel ed Emilio è terminata da oltre dieci anni, quella dei diciottenni David e Borja sta per prendere piede rafforzandosi ogni giorno. Tuttavia sarà proprio a quel punto che Miguel mostrerà loro una misteriosa cicatrice i cui risvolti rimarranno incerti fino all'ultimo.

Finalmente anche in formato cartaceo "Il sole d'agosto sopra la Rambla", libro a tematica gay / Lgbt di Damiano Dario Ghiglino: una lettura estremamente intima, un romanzo che si presenta come "romantico e spietato al tempo stesso", un dramma che mette in scena "il ritratto psicologico di una generazione smarrita alla quale il futuro si presenta come imperscrutabile."

“Anche io ho paura del futuro.” si fece improvvisamente serio David “mi piacerebbe credere che un giorno potremo davvero mettere assieme tutte le nostre debolezze, i nostri graffi, le nostre ferite e farne un paio d'ali, la nostra forza, il nostro coraggio. Mi piacerebbe, ma non ci penso più.”

Ne "Il sole d'agosto sopra la Rambla" viene inesorabilmente a galla una Barcellona mai vista, occulta e invisibile a chi è solo di passaggio. Una Barcellona fatta di viottoli bui e locali malfamati, ma anche (e sopratutto) di storie di vita fuori dal comune.

In vendita su Amazon sia in formato cartaceo che digitale.



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mercoledì 8 novembre 2017

Padre uccide il figlio quattordicenne perché gay


Si chiamava Giovanni Melton ed era un adolescente di Las Vegas, Nevada. Quattordici anni da poco compiuti. Viveva col fratello maggiore a causa di problemi familiari.

Estremamente prematuro, si era reso conto molto presto della propria sessualità, accettandola di buon grado ed arrivando persino a costruire una relazione seria con un coetaneo.

Il padre, Wendell Melton, aveva da sempre disprezzato l'omosessualità e soleva ripetere che avrebbe preferito un figlio morto piuttosto che uno gay. Le prime avvisaglie di violenza erano già comparse (e rimaste inosservate) da svariato tempo. Vi erano stati maltrattamenti, liti furiose e minacce di morte brandendo quella stessa arma che in seguito avrebbe sparato veramente il colpo fatale.
Soprattutto, era già stata presentata una denuncia per abusi nei suoi confronti.

Wendell Melton è stato condannato per omicidio volontario, abuso su minore e possesso illecito di arma da fuoco. Probabilmente non uscirà più di prigione.
Tuttavia per Giovanni non c'è stato niente da fare. Dopo quel maledetto sparo è stato trasportato d'urgenza al St Rose Dominican Hospital, dove è morto poco dopo.

La vita spezzata di un adolescente è l'ennesimo monito inascoltato per tutti quei genitori che, ancora oggi, pensano che un figlio omosessuale valga meno di uno eterosessuale.

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sabato 4 novembre 2017

In anteprima in formato kindle "Il sole d’agosto sopra la Rambla" di Damiano Dario Ghiglino


"Erano entrambi terribilmente fragili. Solo la fragilità lascia spazio all'amore."

Sono i “giovani tramonti”, fragili e tenaci, ragazzi gay dai cuori spezzati impressi indelebilmente sullo sfondo di una Barcellona sotterranea. Ognuno alla ricerca di qualcosa e in fuga da qualcosa, ognuno con le proprie paure e i propri segreti.

Tra prostituzione e dipendenze, locali malfamati e preti pedofili, nostalgie e desideri brucianti, passioni e tenerezze passeggere, in attesa di quell'evento imprevedibile che cambierà per sempre le loro esistenze, cercheranno di fermare il tempo per vivere unicamente il presente ed attendere l'amore in quella dimensione, così sfuggente ed ambigua, dell'istante stesso.

Eppure quando un sentimento forte e sconosciuto si farà strada nei cuori dei diciottenni David e Borja, i più giovani del gruppo, la diffidenza e lo stupore lasceranno progressivamente spazio ad una coscienza sempre più profonda e ostinata. Romantico e spietato al tempo stesso, questo romanzo rappresenta il ritratto psicologico di una generazione smarrita alla quale il futuro si presenta come imperscrutabile.

Di questo tratta il nuovo romanzo a tematica Lgbt “Il sole d'agosto sopra la Rambla”, attualmente disponibile in formato eBook su Kindle

Presto disponibile anche in formato cartaceo



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sabato 28 ottobre 2017

Che fine ha fatto Zelim Bakaev?



Zelim Bakaev

Zelim Bakaev è un noto cantante russo originario di Grozny, Cecenia. Secondo quanto riportato dalla famiglia e dai Media, nonostante vivesse a Mosca, il 6 Agosto 2017 è tornato alla città natale per assistere al matrimonio della sorella. Appena arrivato, a detta di alcuni testimoni oculari, sarebbe stato tratto in arresto dalle autorità cecene in quanto sospettato di essere omosessuale. L'avvenimento si inserisce in una campagna anti-LGBT apertamente dichiarata dal presidente ceceno e in un clima di persecuzioni mosse dall'intenzione, nemmeno troppo velata, di porre fine all'omosessualità tramite torture e omicidi. Quando, dopo 15 giorni di silenzio, il 22 Agosto la madre si reca finalmente alla polizia per denunciarne la sparizione, le viene risposto che, secondo le informazioni in loro possesso, quest'ultimo aveva fatto ritorno a Mosca la settimana prima. Non viene di conseguenza aperta alcuna indagine nemmeno dopo che, quasi un mese più tardi (il 16 Settembre) la madre si rivolge pubblicamente al presidente - dittatore Ramzan Kadyrov per avere notizie del figlio.
Il 24 Settembre su Youtube compare un video misterioso nel quale il cantante (o un presunto sosia) sostiene di stare bene e di essersi trasferito in Germania. Tuttavia sono da prendere in considerazione alcune discordanze per cui il filmato risulterebbe inattendibile.

Tra le più palesi:

✘ L'arredamento della casa dove si trova il cantante è totalmente di manifattura russa

✘ Sul tavolino è presente un energy drink sconosciuto al mercato tedesco ma ben rinomato in Russia

✘ L'atteggiamento del cantante (o sosia) è visibilmente artificioso, soprattutto le risate appaiono innaturali

✘ Per caricare il video è stato creato un nuovo canale Youtube

✘ In particolare, perché Bakaev dal giorno del rapimento non ha mai telefonato almeno alla madre o a qualcuno dei parenti più stretti?

Per farsi un'idea di queste ed altre contraddizioni, è sufficiente dare un'occhiata al video.

Bakaev, durante il filmato, ricorda innumerevoli volte allo spettatore (in questo caso si rivolge all'amico Islam) di trovarsi in Germania.

"Non c'è niente a Grozny o Mosca, solo un sacco di stronzi" aggiunge "qui in Germania le cose sono differenti, tutti ti sorridono."

Se proprio vogliamo andare a mettere il dito nella piaga, anche il copione appare, forse, un po' scontato.

Shawn Gaylor di Human Rights First afferma che secondo alcune fonti Bakaev potrebbe essere stato torturato a morte dalla polizia cecena.

/// A sinistra il dittatore Ramzan Kadyrov, a destra Zelim Bakaev

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martedì 17 ottobre 2017

Maxim Lapunov è il primo gay ceceno a denunciare le persecuzioni a volto scoperto


In foto, Maxim Lapunov

Era arrivato in Cecenia per affari nel 2015: un giovanissimo imprenditore e organizzatore di eventi, apertamente gay, proveniente da Omsk, Siberia.

Sfortunatamente non aveva idea che due anni dopo sarebbe stato arrestato, sbattuto in cella e sottoposto a torture.

Tuttavia oggi Maxim Lapunov, 30 anni, è la prima persona ad alzare la voce di fronte alle tanto inquietanti e misteriose "purghe" omosessuali.

"Spero che questo gesto possa aiutare il governo russo ad investigare sulla vicenda e fare chiarezza, a dispetto del disinteresse mostrato fino ad ora" interviene il ragazzo rendendo pubblica la propria storia. "Il 16 Marzo 2017 sono stato avvicinato da un gruppo di ufficiali vestiti da civili.
Mi hanno sequestrato e portato in un edificio dove hanno preso possesso del mio telefono e letto i messaggi di testo, dai quali risultava evidente che fossi gay. Mi hanno accusato di essere venuto in Cecenia per sedurre i ragazzi del posto, chiedendomi ripetutamente con chi fossero avvenute quelle conversazioni, dovevo fare i nomi. Ho risposto che si trattava di uomini provenienti da altre regioni russe. Di fronte al mio riserbo, mi hanno rinchiuso in una minuscola cella tutta sporca di sangue. Ogni giorno mi ricordavano che mi avrebbero ucciso, mi davano bastonate, mi privavano del sonno, costringevano tutti i prigionieri a combattere tra di loro scommettendo sul vincitore. Tuttavia gli autoctoni venivano sempre trattati con maggiore brutalità rispetto a me, posso dirmi fortunato in un certo senso. La mia famiglia, in Siberia, aveva denunciato la mia scomparsa e solo per questo alla fine mi hanno liberato, non senza la minaccia di ripercussioni se mai avessi rivelato quello che avevo passato. Mi hanno anche fatto firmare una confessione nella quale dichiaravo di essere gay. Ancora adesso ho incubi, non riesco a dimenticare quelle grida, quei gemiti..."

Secondo Tanya Lokshina di Human Rights Watch e l'attivista gay russo Igor Kochetkov, non c'è stata ancora una vera e propria investigazione da parte del governo centrale, nonostante si tratti a tutti gli effetti di un "crimine contro l'umanità".

In foto (da destra): Maxim Lapunov, Igor Kochetkov, Tanya Lokshina

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lunedì 9 ottobre 2017

Yakarta: sei anni di prigione per aver lavorato in una sauna gay


Sabato 7 ottobre la polizia indonesiana ha arrestato 58 persone durante una retata all'interno di una delle maggiori saune gay della capitale. Tra i detenuti figurano anche alcuni turisti stranieri, tra i quale 4 cinesi, un tailandese e un olandese.

Nonostante l'omosessualità non sia illegale nel paese (tranne nella provincia di Aceh) le autorità ricorrono sovente ad una legge anti-pornografia per giustificare questo tipo di incursioni.

In un comunicato Argo Yuwono, portavoce della polizia di Yakarta, afferma che coloro che sono stati "colti in flagrante" a lavorare all'interno della sauna rischiano ora una pena di sei anni di carcere. Non è ancora chiaro a quale condanna o ammenda possano invece andare incontro i restanti 54 avventori occasionali.

Questa sarebbe ben la quinta retata ai danni della comunità Lgbt in spazi privati nell'anno 2017. Non si tratta nemmeno della prima sauna gay, infatti la polizia aveva già realizzato un'incursione nella Atlantis Spa di Yakarta a maggio arrestando 141 persone.

Tuttavia la legge anti-pornografia è in grado di ledere qualsiasi libertà, anche la normale vita di coppia.

Leggi ora l'articolo: Indonesia, sette anni di carcere per un bacio

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martedì 3 ottobre 2017

La storia di Aleksander e Nikita: suicidi per protesta


In foto, Helsinki

Una giovane coppia gay russa, 19 e 22 anni, ha recentemente inscenato un suicidio di fronte al parlamento di Helsinki per protesta, dopo aver scoperto che le loro richieste di asilo in Finlandia erano state respinte.

I giovani hanno rappresentato di fronte a una larga folla un atto puramente dimostrativo ma estremamente cruento affondandosi più volte un coltello nell'addome a vicenda. I referti dell'ospedale confermano numerose ferite nella regione addominale delle quali fortunatamente nessuna letale o pericolosa.

Il gesto di dissenso, che pure ha avuto poco clamore mediatico, doveva servire a sensibilizzare i Finlandesi così come il resto del mondo sulla situazione LGBT in Russia.

"Abbiamo fatto ricorso" affermano Aleksander e Nikita senza demordere "tuttavia i tempi sono lunghi e non possiamo tornare in Russia nel frattempo, in quanto verremmo sicuramente messi in carcere o uccisi per strada."

Ormai la condizione delle persone omosessuali in Russia è talmente drammatica che non si possono ignorare appelli come questo ed il ripristino di condizioni di vita dignitose per gay e lesbiche in un paese che sta facendo dell'odio per le minoranze la propria bandiera deve assumere un'importanza prioritaria globale.

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martedì 26 settembre 2017

La persecuzione LGBT si estende anche all' Azerbaijan


Arriva direttamente da NEFES , principale collettivo LGBT in Azerbaijan, la denuncia di quanto accaduto negli ultimi giorni.

Nella capitale Baku sono stati arrestati durante alcune retate centinaia di persone omosessuali in una purga che il presidente stesso di Nefes, Javid Nabiyev, definisce " molto simile a quella che sta avvenendo in Cecenia con la connivenza del governo russo".

Javid Nabiyev, presidente di Nefes

Intanto un portavoce del ministero dell'interno azero smentisce qualsiasi forma di repressione verso le minoranze e replica: "la polizia ha dovuto semplicemente adottare misure di sicurezza in quanto individui di orientamento sessuale non tradizionale si riunivano regolarmente in centro città dedicandosi a prostituzione ed altre attività illecite mettendo in serio pericolo l'ordine pubblico."

Spiegazione che appare quantomeno fragile, visti i precedenti del piccolo Stato.

Già nel 2016 il popolare quotidiano inglese The Guardian aveva definito l'Azerbaijan come " il peggior luogo al mondo dove essere gay ", seguito da Armenia e Russia.
Infatti, nonostante l'omosessualità sia formalmente legale, è uno dei paesi con la percentuale più alta di crimini d'odio verso la comunità LGBT ed alcuni politici nazionali come Ayaz Efendiyev, rappresentante del Ministero della Giustizia, hanno posizioni talmente estremiste da sembrare prese in prestito dal dittatore ceceno Ramzan Kadyrov.
Efendiyev, che (ricordiamolo) ricopre una carica pubblica importante all'interno del paese, si è recente espresso di fronte ai media internazionali incolpando l'occidente di "portare al crollo dei valori tradizionali difendendo i gay, i quali sono creature demoniache, portatrici di malattie e maledette da Dio."

Ayaz Efendiyev, deputato dell'Assemblea nazionale dell'Azerbaijan

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giovedì 21 settembre 2017

L'incredibile storia di Scott Shultz, l'attivista Lgbt brutalmente assassinato dalla polizia americana (VIDEO)


Scott Shultz, 21 anni, si definiva “bisessuale, non binario e intersessuale” ed era studente della Georgia Tech University e presidente della Georgia Tech Pride Alliance, organizzazione Lgbt interna all'università stessa.

Ora non potrà più né prendere la laurea, né proseguire con il suo attivismo, in quanto è stato barbaramente ucciso da un poliziotto.

Soffriva di depressione ed aveva tentato il suicidio più volte, senza mai riuscirci. Depresso e problematico ma non sprovveduto, Scott conosceva benissimo quanto la polizia americana avesse il grilletto facile, sapeva alla perfezione che ogni giorno viene addestrata a sparare in qualsiasi contesto e situazione e, probabilmente, intuiva anche che non avrebbe mostrato pietà nemmeno verso un ragazzino con dei disturbi mentali.

Adesso Scott vuole farla finita veramente. Questa volta non ce la fa proprio più a lottare con i suoi fantasmi: Il piano è semplice, quanto critico e risolutivo.

Nel letto dal dormitorio, tra le coperte, depone una lettera nella quale annuncia la propria morte.

Prende il cellulare, esce fuori e chiama il 911 segnalando un ragazzo dai capelli lunghi e biondi (si autodescrive) che si aggira per il campus con una pistola (mai rinvenuta) e un coltello, arma che in seguito si rivelerà una semplice lama multiuso (nulla che avrebbe potuto mettere seriamente in pericolo le vite dei ben quattro agenti armati intervenuti sul posto).

Scott aspetta tranquillamente l'arrivo delle forze dell'ordine fuori dall'edificio e gli va repentinamente incontro gridando: "Sparatemi!"

Dopo pochi minuti di trattative, vedendo che il ragazzo non risponde agli ordini e continua a urlare: "Uccidetemi" brandendo "minacciosamente" il minuscolo coltellino multiuso, uno degli agenti decide di accontentare finalmente le reiterate richieste sparandogli in petto. Le grida di dolore, poi niente. Scott non esiste più.

"Perché non hanno usato un arma non letale, come uno spray al peperoncino o un teaser?" hanno chiesto i genitori di Scott in conferenza stampa.

E in fondo è quello che si chiedono tutti.

Quel che è certo è che si trattava di ben quattro poliziotti armati e addestrati contro un ventunenne munito di un coltellino.
Ingiustizie del genere accadono, purtroppo, all'ordine del giorno. Solo che questa volta la crudeltà e la brutalità della polizia sono servite non come deterrente (quando mai la violenza è un deterrente? Non genera forse altra rabbia e violenza?) a compiere un'azione illegale, bensì da inusuale e quantomai inconsueto "stimolo al suicidio" per un ragazzo gravemente depresso. Un ragazzo nel bel mezzo di una crisi che avrebbe dovuto essere aiutato. Un ragazzo che doveva essere salvato, non ucciso.

Intanto il sito dell'associazione Georgia Tech Pride Alliance è momentaneamente fermo, queste le parole che commemorano il lutto: "Come avrete saputo abbiamo perso il nostro presidente, Scott. Siamo profondamente tristi per quello che è accaduto. Per ben due anni è stato il pilastro portante della nostra organizzazione. [...] La sua leadership ci ha permesso di creare profondi cambiamenti all'interno dell'università e fuori. Ci ha sempre ricordato come una molteplicità di fattori giochino sull'esperienza personale di ognuno e che, di conseguenza, bisogna pensare in maniera critica di fronte all'identità sessuale. Amiamo Scott e continueremo a lottare per un cambiamento."

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venerdì 15 settembre 2017

È dimostrato: c'è correlazione tra omofobia e abusi sessuali sui minori in chiesa


Un recente studio australiano della Melbourne University sostiene che il celibato obbligatorio imposto ai sacerdoti e l'ambiente profondamente omofobico che si respira nel contesto ecclesiastico "sono stati e sono ancora i maggiori fattori di rischio che possono portare all'abuso infantile".

Il Dottor Peter Wilkinson ed il Professor Des Cahill, durante un'indagine durata cinque anni, hanno individuato radici sistematiche allo stupro di minori: i ragazzi cattolici sono infatti a rischio di sviluppare una "immaturità psicosessuale" e di diventare quindi preti o frati sessualmente problematici e frustrati.

In particolare, una perizia che prende in considerazione 26 studi chiave provenienti da tutto il mondo sull'abuso di bambini nelle chiese, mostra dei dati sconcertanti: tra i cattolici, ben 1 prete ogni 15 è uno stupratore, "media che cala sensibilmente laddove non avviene la completa denigrazione del sesso femminile, come tra i pastori protestanti i quali hanno diritto al matrimonio e ad una vita sessuale" conferma il Dottor Wilkinson.

Di fronte invece ai numerosi religiosi che abusano di minori maschi i due studiosi affermano: "Non è l'omosessualità che porta alla pedofilia in questi casi, bensì l'omofobia. L'insegnamento profondamente omofobico di chiese e seminari secondo cui essere gay è sbagliato e l'unico rimedio per evitare il peccato consiste nella castità porta il soggetto ad una condizione di immaturità psicosociale che può divenire importante fattore e causa di disordini sessuali."

In sostanza, conclude lo studio, adolescenti e bambini si trovano maggiormente a rischio con i sacerdoti i quali "non abbiano risolto in modo soddisfacente i problemi legati alla propria identità sessuale."

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martedì 12 settembre 2017

Il Kuwait deporta decine di uomini sospettati di essere omosessuali


Il Kuwait è un minuscolo Stato del medio oriente con capitale Kuwait City ed una popolazione in crescita vertiginosa che si aggira attorno ai 5 milioni di abitanti.

Come in altri paesi vicini o confinanti (Bahrein, Omán, Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi...) è severamente proibito non solo essere apertamente omosessuali o transessuali, ma anche tenere una condotta ambigua o non perfettamente "ortodossa", come ad esempio non rispettare alla lettera i ristretti canoni di abbigliamento suggeriti dalla società.

Un cosiddetto "comitato della moralità" ha realizzato una serie di retate durante il mese di agosto, portando alla chiusura di 22 centri massaggi suppostamente luogo di incontri e alla deportazione di decine di persone reputate "colpevoli" di essere gay o transgender.

Già negli anni precedenti il piccolo Stato aveva minacciato controlli medici alla frontiera per "individuare i gay" tra i richiedenti visto. Le modalità di tale esame (forse non a caso) non sono mai state rese note.

In Kuwait il codice penale punisce le relazioni sessuali tra uomini adulti e consenzienti con 6 anni di carcere. La pena si alza addirittura a 10 anni in caso le persone coinvolte siano minorenni (ragazzi sotto i 21 anni), mentre l'omosessualità femminile non è nemmeno contemplata.

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sabato 9 settembre 2017

Un algoritmo è in grado di leggere l'orientamento sessuale nei tratti somatici


Nonostante il possibile scetticismo, lo studio è firmato dalla prestigiosa Stanford University, un'università privata californiana situata nel cuore della Silicon Valley.
Il software avrebbe memorizzato al suo interno 35.326 foto pubbliche relative a 14.776 persone iscritte a vari social network registrando un tasso di successo attorno al 90%, una percentuale incredibilmente alta. Ripetendo l'esperimento di fronte a giudici in carne ed ossa, ossia mostrando le stesse foto a persone reali e domandando se secondo loro la persona ritratta fosse etero o gay, la previsione si è rivelata corretta solo nel 60% dei casi. "I tratti somatici contengono molte più informazioni di quante ne possa percepire ed elaborare il nostro cervello" spiegano Michal Kosinksi e Yilun Wang, responsabili della ricerca.

In particolare, nei volti dei gay apparirebbero caratteristiche atipiche: "Ad esempio gli omosessuali maschi presentano una mascella più affusolata e sottile, nasi più lunghi e fronti più ampie."

Nonostante tali parole possano dare adito a riflessioni interessanti, riesce impossibile non pensare a Cesare Lombroso, il medico antropologo che a fine '800 era sicuro di poter individuare i criminali dai tratti anatomici.

In questo caso, fortunatamente, il progetto non mira a condannare o arrestare nessuno: tuttavia, al di là dei problemi di privacy personale annessi ad una simile indagine, pensiamo a cosa potrebbe succedere se uno strumento del genere finisse nelle mani sbagliate, ad esempio quelle del dittatore ceceno Ramzan Kadyrov, che negli ultimi mesi ha esternato apertamente a varie testate internazionali l'intenzione di uccidere gli omosessuali per "purificare la razza".

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lunedì 4 settembre 2017

Attivista LGBT Dexter ‘3D’ Pottinger assassinato in Jamaica



Dexter ‘3D’ Pottinger, famoso attivista LGBT, modello e fashion designer jamaicano, è stato trovato pugnalato a morte nella sua abitazione a Kingston il giorno di giovedì 31 Agosto 2017.

La polizia rivela che si potrebbe trattare di un crimine d'odio e che un sospettato, di anni 22, è già detenuto in carcere. Pottinger, 34 anni, era diventato estremamente famoso in Jamaica, oltre che per il suo impegno politico, per aver partecipato al Reality Show "Make me a star". Nel 2016 aveva aderito al Gay Pride di Kingston promuovendolo attivamente e diventandone il simbolo stesso tanto da acquisire il soprannome di "volto del gay pride".

In Giamaica, come in altre ex colonie britanniche, vige la legge anti sodomia la quale, anche se difficilmente viene applicata, punirebbe sia l'omosessualità sia la sodomia in generale (anche tra persone di sesso diverso) con una pena che può arrivare fino a dieci anni di lavori forzati.

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sabato 2 settembre 2017

Film - Sommersturm, breve introduzione


Sommersturm (2004)- Voto 9

"Un passo e ti liberi... Se ti nascondi tutta la vita, nemmeno tu ti riconosci " Cit. Sommersturm

Tobi (Robert Stadlober) è un giovane canoista segretamente infatuato dell'amico d'infanzia Achim (Kostja Ullmann), eterosessuale e a sua volta innamorato dell'affascintante Anke (Alicja Bachleda). Quando i due si recheranno in campeggio per partecipare ad una gara internazionale di canottaggio scopriranno che gli avversari con i quali si devono confrontare sono i QUEER, una squadra completamente gay proveniente da Berlino di cui fa parte anche il bellissimo e seducente Leo (Marlon Kittel).

Mentre Tobi scoprirà sulla sua pelle che quello per Achim è un amore impossibile, Leo si insinuerà nella sua vita pacatamente, con delicatezza estrema, insegnandogli ad accettarsi progressivamente.

Colti nel bel mezzo della notte da una tempesta, tanto reale quanto allegorica, le squadre dovranno abbandonare l'accampamento e le tende al loro destino per dirigersi ad un vecchio albergo, dove al riparo dal vento e dalla pioggia avranno tempo di ripensare agli accaduti degli ultimi giorni e riordinare finalmente le idee.

Sommersturm, anche conosciuto a livello internazionale come Summer Storm (o tormenta de verano, in spagnolo) è un film tedesco a tematica Lgbt per giovani e giovanissimi ormai diventato un cult nel cinema gay.

Il punto di forza della pellicola risiede in una semplicità genuina e schietta che permette un'immedesimazione pressoché totale nelle vicende della trama, che pure (e volutamente) non brilla di originalità.

Tobi è un ragazzo qualunque e, come tutti e nonostante sia sostanzialmente buono e di indole pacifica, commette errori, mente, si consuma di gelosia e si prodiga in figuracce e in liti insensate ed egoistiche.

Leo al contrario è il ragazzo perfetto, ammaliante e forse improbabile, tanto autentico quanto misterioso.

E proprio l'incontro dei due personaggi, unito ad una recitazione impeccabile da parte dei rispettivi interpreti, ad un'ambientazione suggestiva e ad una colonna sonora d'eccezione ("Flames" dei Vast), converge in quello che rimarrà un cult per le generazioni a venire.

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mercoledì 23 agosto 2017

Vescovo anti gay Corneliu Barladeanu filmato mentre fa sesso con un seminarista (VIDEO INTEGRALE)


Si chiama Corneliu Barladeanu ed è vescovo della città di Huși, in Romania, nonché agguerrito militante anti gay.

Le cronache dell'ultimo periodo lo vedono invischiato in uno scandalo che colpisce l'intera curia ortodossa, in quanto è ormai diventato virale un video, evidentemente girato di nascosto, che lo ritrae in atti sessuali espliciti con un giovane studente seminarista secondo alcune fonti appena diciassettenne.

Nel filmato, nonostante i protagonisti si vedano sgranati (probabilmente per censurare le scene più spinte e per tutelare la privacy del minorenne), si scorgono comunque chiaramente baci e numerose scene di sesso orale.

Il vescovo cinquantunenne non ha commentato la vicenda e si è chiuso nel silenzio più totale. Malgrado le dimissioni attraverso le quali ha smesso di ricoprire una carica ufficiale, rimarrà comunque monaco (i vescovi ortodossi sono, infatti, anche monaci).

Guarda ora il video integrale (con censura): Vescovo anti-gay Corneliu Barladeanu filmato mentre fa sesso con un seminarista.

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giovedì 17 agosto 2017

"Caro papà perdonami, sono gay", la risposta del padre diventa virale


Ecco l'OUTING di Vittorio, un ragazzo qualsiasi, originario di Napoli, che dopo svariati anni decide finalmente di fare coming out col padre attraverso una lettera. La risposta del padre, nella sua semplicità, è sorprendente:

"Caro papà perdonami, sono gay.

Non so bene quando è cominciato, forse alle elementari.

Forse alle superiori, quando solo guardando gli occhi di Un compagno di classe mi batteva il cuore.

Mi dispiace perché la storia con Gianna non andava bene, le volevo bene, questo è certo, siamo stati insieme 3 anni, ma c'era sempre qualcosa che tra di noi non andava.

Mi dispiace perché spesso commentavi le Veline di Striscia la Notizia e io non ti andavo dietro con le battute, MA NON LO SAPEVO ANCORA.

Per fortuna siamo Napoletani, e ho vissuto questo periodo di accettazione con una popolazione speciale.

Per fortuna siamo Napoletani, e abbiamo nel DNA l'amore per il prossimo, quello che ho trovato nelle persone che come me cercavano di capire. Sono ormai 5 anni che vivo da solo, perché mi sentivo DIVERSO.

A soli 19 anni ho voluto scappare da quel nucleo familiare PERFETTO, e forse è stato quello a spingermi ad andare via... forse ero io a RENDERLO IMPERFETTO , non volevo rovinare il tuo immenso lavoro di padre e capofamiglia.

Ora mi ritrovo in una casa da SOLO a 24 anni, CON LA CONSAPEVOLEZZA di essere gay.

Per fortuna siamo Napoletani, dove non mi sono mai sentito solo e mai sentito DISPREZZATO da nessuno. non so come sarebbe andata a finire in una altra citta'.

CARO papà mi manchi tanto, POSSO TORNARE A CASA ? questa volta da Gay...

Firmato
Vittorio"

"Caro Vittorio.

Mi dispiace ma allora si STRUNZ... ( in modo affettivo )

Io e tua mamma avevamo già intuito i tuoi gusti sessuali da bambino, quando non ti interessava giocare con i compagni ai famosi ( soldatini) ma collezionavi migliaia di riviste per adolescenti.

Perdonami, forse avrei dovuto dirtelo prima, in modo che evitavi questo inutile IMBARAZZO, ma ho sempre ritenuto che siano stati “CAZZI tuoi “ ( scusa la battuta, pero' è simpatica ja' , ejaa')

Visto che siamo Napoletani, e per fortuna che siamo Napoletani, la nostra storia ci ha sempre insegnato che solo aprendo la mente e non creando muri c'è la possibilita' di SALVARSI , di SOPRAVVIVERE.

Mi sei sempre mancato dal primo giorno, sei mio figlio e CASTANO , BIONDO O GAY per me non fa differenza.

E' solo un gusto, a me ad esempio piacciono le cozze, a te forse piaceranno i CANNOLICCHI ( scusa ja' è n'altra battuta, uammamia non si puo' pazziare qua', e che è ^ )

Grazie a DIO siamo Napoletani.

Da genitore devo farti un rimprovero.

Non azzardarti mai, e poi mai di ritenermi cosi stupido...

La tua stanza è pronta, vieni quando vuoi, non vedo l'ora... Ricordati i Genitori la porta di casa non la chiudono mai, la lasciano sempre un pochino aperta per fare in modo che il figlio possa “INFIZZARSI” da un momento all'altro.

TI AMO
Papà"

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martedì 15 agosto 2017

La "moda" dello stealthing, ossia bucare il preservativo per infettare il partner


Di trend sessuali ne esistono già a bizzeffe ed ogni mese ne compaiono di nuovi, sempre più strani e singolari.
Tuttavia spesso tali "mode" rivelano lati oscuri e preoccupanti: è questo il caso dello stealthing, ossia la pratica di bucare il preservativo con un ago prima del rapporto col preciso scopo di infettare il partner.
Una variante prevede la rimozione del profilattico durante il rapporto stesso.
Questa azione, oltre ad essere illegale, è anche estremamente subdola in quanto non prevede il consenso dall'altra parte, esattamente come lo stupro.

Ma perché alcuni uomini praticano stealthing?

Le ragioni variano a seconda del frangente. In alcuni casi di coppie eterosessuali il partner maschile ha confessato di aver cercato di far rimanere in cinta la compagna per "riavvicinarla" o semplicemente per vendetta.
Ma non finisce qui.
L'atto ha anche un nesso, più stretto di quanto si pensi, con la trasmissione dell'Hiv ed altre malattie sessuali, con la volontà di contagiare una vittima prescelta o di propagare il virus deliberatamente.
Altri infine ammettono di aver rimosso di nascosto la protezione durante il rapporto in quanto senza "si sentono più liberi" o "il lattice infastidisce".

Quel che è certo: nessuno si rende conto della gravità della situazione, a volte nemmeno le vittime stesse.

Uno stealther (= chi commette stealthing) intervistato dalla testata inglese The Independent dichiara che le poche volte in cui è stato colto in flagrante i partner non hanno mai mostrato paura, rabbia o stupore: pacatamente lo hanno sempre invitato ad usare il profilattico in quanto "il sesso protetto è più sicuro" senza curarsene più di tanto.

Siamo proprio certi che la nostra educazione sessuale sia anche consapevole e non un insieme di informazioni assorbite in maniera inerte?

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sabato 12 agosto 2017

Cacciata dal ristorante perché trans, i proprietari: "L'unico posto per i trans è il bordello."


In foto, Massimina Lizzeri

Si chiama Massimina Lizzeri ed è una donna trans sulla quarantina. L'episodio di transfobia che la vede coinvolta è avvenuto giovedì 10 agosto all'interno di un noto locale sul litorale di Latina.

Dapprima invitata ad uscire da un cameriere perché "vestita in modo poco consono", la donna si è difesa facendo notare che molta gente stava pranzando addirittura in bikini o a torso nudo senza ricevere alcun tipo di reclamo.

A quel punto viene a galla la vera motivazione: "La verità è che sei un trans e qui non ti vogliamo, il tuo posto è il bordello." ribadisce con aggressività la proprietaria. Poi aggiunge, mostrando appieno la propria ignoranza: "Sei uomo, donna o frocio?"

Massimina si è rivolta al MIT (Movimento Identità Trans) e fa sapere di essere fermamente decisa a sporgere denuncia. Per il momento la donna non si è tirata indietro nemmeno di fronte ai giornalisti e ha deciso senza esitazione di metterci la faccia: "Queste cose non dovrebbero succedere ed ho intenzione di andare fino in fondo" riafferma con un tono sicuro e risoluto che mostra appieno il suo spirito battagliero.

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lunedì 7 agosto 2017

Film - Those people, breve introduzione


Those people (2015)- Voto 7/8

"I veri uomini non si separano senza un addio." Cit. Those people

Charlie (Jonathan Gordon) è un giovane pittore segretamente innamorato dell'amico d'infanzia Sebastian (Jason Ralph), figlio viziato e nullafacente di un banchiere corrotto caduto in rovina.
Quando incontrerà l'uomo dei suoi sogni incarnato in un affascinante pianista libanese, la passione dovrà attendere per fare luce sull'ambiguo rapporto con lo stesso Sebastian, generando così un altrettanto equivoco triangolo amoroso.

Those People è un film estremamente credibile, gradevole per tutti i tipi di pubblico e che difficilmente deluderà le aspettative.
Di contro, nonostante l'ambientazione contemporanea in una caotica New York, ammicca senza troppe riserve alla beat generation e, più specificamente, al colosso cinematografico del regista John Krokidas "Kill your darlings": l'inizio della pellicola ci introduce immediatamente in un ambiente arredato in stile barocco in cui risuonano le note di Gilbert & Sullivan diffuse da un vecchio giradischi, i due protagonisti impeccabilmente vestiti con camicia bianca e papillon. Jonathan Gordon ricorda vagamente Daniel Radcliffe, mentre Jason Ralph si ispira al personaggio insolente e spregiudicato di Lucien Carr interpretato da Dane DeHaan.
Nonostante ciò la regia è ottima, il recitato dei due giovani attori impeccabile: merita sicuramente la visione al cento per cento.

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