Gran parte dei rifugiati per discriminazione sulla base dell'orientamento sessuale in Regno Unito proviene dalla Nigeria.
Qui per il "reato" di omosessualità si rischiano fino a 14 anni di carcere, cento frustate e, in alcuni casi, persino la lapidazione.
Se sei gay e non ti ammazza lo Stato, ci pensa comunque il vicino.
In Nigeria, è risaputo, la gente ti mette uno pneumatico intorno al collo e ti brucia vivo. Non importa a nessuno.
Recentemente proprio il Regno Unito ha respinto la richiesta d'asilo di Adeniyi Raji, originario di Lagos, Nigeria, fuggito dal paese a causa delle leggi omofobe. Laddove la richiesta d’asilo non venga accolta, scattano l’espulsione e il rimpatrio come da prassi.
Adeniyi, 43 anni, intratteneva una relazione extraconiugale omosessuale.
La moglie, dopo averlo scoperto, ha chiesto immediatamente il divorzio denunciandolo alle autorità, che a loro volta hanno reso pubblica la vicenda.
Anche in Uganda, come in Nigeria, gli omosessuali vengono emarginati pubblicamente
Dopo aver divorziato e perso il lavoro, Raji è riuscito a prendere un volo per la Gran Bretagna, richiedendo la protezione umanitaria. Dopo lunghi mesi e numerosi trasferimenti in vari centri di detenzione, finalmente arriva il verdetto.
"La corte ha analizzato il caso e ritenuto nulle le prove per le quali il mio assistito sarebbe a serio rischio di vita se venisse ritrasferito in Nigeria, ma non ci sono nemmeno evidenze che smentiscano i documenti che abbiamo presentato", spiega Bhaveshri Patel-Chandegra, avvocato di Adeniyi Raji.
“Il problema è che i richiedenti asilo vengono spesso trattati come bugiardi” sostiene Bisi Alimi, attivista e blogger Lgbt nigeriano residente a Londra, “diventa loro responsabilità dimostrare di essere omosessuali e che la loro incolumità sia in pericolo. La maggior parte delle volte è difficile trovare delle prove, proprio perché questi ultimi hanno vissuto la loro vita privata di nascosto."
Bisi Alimi
Tra giugno 2015 e marzo 2017 sono state presentate 362 domande di asilo basate sull'orientamento sessuale, delle quali solo 63 sono state approvate.
Spesso gli omosessuali riescono a ottenere lo status di rifugiati solo dopo estenuanti lotte e appelli.
Sulla vicenda di Adeniyi si è espresso anche un portavoce del Ministero degli Interni britannico, il quale ha dichiarato:
"Il Regno Unito detiene un'importante primato nella concessione d’asilo politico a coloro che necessitino protezione, ogni richiesta viene studiata e analizzata individualmente. Abbiamo lavorato in stretta collaborazione con organizzazioni e associazioni di beneficenza, tra cui Stonewall e UNHCR, per migliorare la formazione degli assistenti sociali in materia d'asilo".
Speriamo dunque che l'appello di Raji venga rivalutato, al fine di garantire sicurezza e serenità a chi, semplicemente, ha avuto il coraggio di amare in un paese dove il suo amore era proibito.
Notizie Gay Dal Mondo
in collaborazione con Astrid Green
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