TITOLO: Chiamami col tuo nome
AUTORE: André Aciman
EDITORE: Guanda
GENERE: sentimentale, Lgbt
PREZZO: 4,99 euro ( versione Kindle) ; 14,45 euro ( versione cartacea)
PAGINE: 271
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"Non tirare lo sciacquone" lo pregai, "voglio vedere." Ciò che vidi scatenò in me una fitta compassione per lui, per il suo corpo, per la sua vita, che all'improvviso mi sembrava così fragile e vulnerabile. "Adesso i nostri corpi non hanno più segreti" dissi sedendomi a mia volta sulla tazza. Oliver era saltato nella vasca da bagno e stava per aprire la doccia. "Voglio che tu veda cosa faccio io" gli dissi. Lui fece ben di più. Uscì dalla vasca, mi baciò sulla bocca e, premendomi e massaggiandomi la pancia con il palmo della mano, assisté all'evento.
La relazione tormentata e mai portata fino in fondo tra due giovanissimi nel corso di un'estate. Un romanzo colmo di desiderio e angoscia. Elio, diciassette anni, musicista e accanito amante della letteratura e della filosofia, e Oliver, un giovane professore universitario ventitreenne dai modi disinvolti: si incontreranno in una sperduta casa di campagna nel Ponente ligure e, tra scambi culturali, confessioni audaci e passioni forti, si trovaranno e si perderanno.
Gran parte del libro racconta in prima persona le fantasie sessuali dell'adolescente Elio. Come in un libro erotico che non arriva mai al dunque, veniamo a contatto con abbigliamento intimo annusato di nascosto, sguardi rubati, timidi approcci nel tentativo di tastare il terreno, sogni ad occhi aperti e, sopratutto, masturbazione.
Le numerose citazioni letterarie, che pure contraddistinguono "Chiamami col tuo nome", non vengono quasi mai approfondite, rimangono perlopiù in superficie impendendo al lettore di immedesimarsi.
Le parti crude e "trash", come gli scambi di saliva, lo sperma secco sulla pelle, "svolazzina", la defecazione, il dito medio nell'ano, il vomito, costituiscono le parti più interessanti del narrato e vengono inserite nel contesto con l'evidente intento di elevare pulsioni e perversioni (in senso freudiano) a qualcosa di più nobile e "spirituale". Purtroppo non sempre il processo di sublimazione riesce alla perfezione.
Il romanzo risulta un flusso di coscienza interminabile in cui, a volte, si ha la sensazione che manchi qualcosa. Qualcosa che renda i protagonisti reali, credibili, e non semplici frammenti della personalità di Aciman.
Elio e Oliver sono due lati della stessa medaglia. Due personaggi che hanno poco e niente a che vedere con la giovinezza. Ogni attimo traspaiono, lampanti, il carattere e l'indole di uno scrittore anziano a manovrare le fila.
Anche se la scrittura è abbastanza scorrevole, la trama è noiosa e poco originale.
Un discorso a parte andrebbe fatto per il finale ("I luoghi dello spirito"). In questo ultimo capitolo Elio e Oliver si incontrano dopo vent'anni. Entrambi ricordano tutto, ogni minimo particolare di una storia vissuta intensamente, ma mai fino in fondo.
Lancinante e nostalgico, Aciman racchiude in poche pagine la tensione emotiva che era venuta a mancare in precedenza.
Nondimeno, per arrivare fin qui, si devono scorrere pagine e pagine di atti mancati, di nulla assoluto.
Guardami negli occhi, trattieni il mio sguardo, e chiamami col tuo nome.
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