La Russia è un posto nel quale è meglio restare nell'armadio. Altrimenti non c'è scampo. Lo dicono anche i politici. Altrimenti si finisce come Dmitry Chizhevsky, attivista del "LaSky LGBT center" di San Pietroburgo, che ha perso un occhio in seguito ad un attacco omofobico da parte di un gruppo di uomini in passamontagna.
Dmitry Chizhevsky
Oppure, si finisce come Vladislav Tornovoi, preso di mira da tre coetanei nel 2013 (sarcasticamente, proprio l'anno dell'introduzione della legge anti-propaganda gay), i quali si sono "divertiti" a torturarlo violentandolo con frammenti di vetro acuminati per poi, quando era a terra incapace di muoversi, spaccargli il cranio lanciandogli addosso un masso di venti chili. La vicenda, avvenuta a Volgograd, è stata poi censurata dalla stampa russa, di conseguenza ad oggi non sappiamo che fine abbiano fatto gli assassini, né quale sia stata effettivamente la loro pena.
Vladislav Tornovoi
Pene le quali, quando la condanna è garantita, vengono appositamente occultate dai media in quanto spropositatamente miti. Appena qualche anno prima (2009), nel famoso omicidio di Samara (sesta città del paese, situata a 1000 chilometri da Mosca), dove era stato assassinato un ragazzo di 22 anni che usciva da una serata in un locale gay, era sfuggita alla censura e si era fatta timidamente strada nel mondo la notizia di una condanna di soli 5 anni nei confronti dell'omicida.
Tuttavia, se i crimini a matrice omofobica nella Russia di Putin sono fuori controllo, ciò che sta accadendo in Cecenia, con la connivenza del resto del paese, è di gran lunga più spaventoso.
Ormai sono centinaia gli omicidi accertati, avvenuti anche (e perlopiù) per mano delle forze dell'ordine. Non ultimo, quello del celebre cantante Zelim Bakaev, la cui scomparsa dopo il rientro in Cecenia, sua terra natale, ha destato commozione e rabbia in tutto il mondo.
Zelim Bakaev
Ora che Vladimir Puntin è stato rieletto con una maggioranza schiacciante, le speranze e i sogni per il popolo LGBT in Russia appaiono ancor più come un miraggio lontano. Quante morti ci dovranno ancora essere? Quanti diritti umani negati?
La campagna elettorale dello "Zar", come è stato ormai definito dai media, si è basata principalmente sul generare diffidenza e sospetto verso il mondo Occidentale, con particolare riferimento all'omosessualità, alla guerra ucraina e a Sergei Skripal (la spia russa avvelenata in Gran Bretagna), facendo leva su ignoranza, pregiudizi e paura.
Secondo gli ultimi aggiornamenti alle indagini, persino il gas nervino che ha causato la morte di Skripal, sarebbe stato messo nella valigia della figlia Yulia prima della sua partenza da Mosca per andare a trovare il padre a Salisbury. (Fonte: Adnkronos)
0 commenti:
Posta un commento