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domenica 21 gennaio 2018

Giovani, gay e… senzatetto





Senzatetto oppure “Homeless”: un termine che sta prendendo piede anche nella nostra lingua in sostituzione al termine spregiativo di “barbone”. Si parla di tutte quelle persone che troviamo sedute in un angolo di marciapiede delle grandi e piccole città e che portano con sé solo i ricordi della loro vita precedente e qualche oggetto personale, residuo di un passato che sembra lontano anni luce. Fino a poco tempo fa si pensava che chi finisse in strada incarnasse alcuni “standard” o cliché. Ciononostante l’involuzione sociale penetra nel disagio creando nuove realtà. Non deve stupirci che nei soli Stati Uniti siano presenti oltre 200mila homeless lgtb (2016) in gran parte ignorati dalla Chiesa Cattolica.

Carl Siciliano, fondatore della ONG Ali Forney Center di New York che offre servizi di emergenza per i senzatetto gay, lesbiche, bisessuali e transgender, dopo aver indirizzato nel 2012 una missiva all’arcivescovo Thimoty Dolan nella qualche chiedeva un aiuto per i suoi assistiti, ricevette come risposta che era necessario difendere in primis i valori della Chiesa.
L’emergenza dei giovani senzatetto lgbt è un fenomeno in continua evoluzione tanto che è nata una pagina Wikipedia (https://en.wikipedia.org/wiki/Homelessness_among_LGBT_youth_in_the_United_States ) che raccoglie dati su questa atroce discriminazione. Tuttavia ad ora non c’è nessun programma o legge federale che supporti i giovani omosessuali e transgender.



Ma tornando a quei 200mila, secondo i dati ufficiali i giovani Lgtb senzatetto sarebbero il 40% del totale, percentuale che si rispecchia anche in Europa. Nel Regno Unito (sempre dati del 2016) i ragazzi inglesi LGBT costretti a vivere per strada costituiscono ben il 24% dei giovani homeless. Alcuni subiscono violenze e percosse, altri vengono allontani nell’assurdo tentativo di “curarli” dall’omosessualità. Molti di loro hanno ammesso che, una volta in strada, hanno dovuto ricorrere alla prostituzione per sopravvivere.



Qual è la situazione in Italia? I primi dati sono arrivati da una ricerca del 2015 promossa dall’associazione “Avvocato di strada” di Bologna dove si cercava di capire l’entità di questo fenomeno che appare in sensibile aumento: giovani rifiutati dalla famiglia, ma anche gay e trans in fuga dai loro paesi di origine perché perseguitati dalla legge. Per far fronte a questa nuova emergenza sociale, comuni e associazioni stanno cercando di creare una rete di supporto: case di accoglienza, sportelli di ascolto e percorsi di integrazione che aiutino le persone LGBT che vivono in strada a rientrare nella società. A Roma è ormai operativo il “Refuge LGBT”, una casa accoglienza per giovani omosessuali tra i 18 e i 26 anni d'età che sono stati cacciati di casa di genitori: nato dalla collaborazione tra Gay Center e la Croce Rossa, offre assistenza gratuita, supporto legale e psicologico e mediazione familiare.
Tuttavia rimane ancora molto da fare: fino a che l’intolleranza e l’omofobia persisteranno, ci sarà sempre un giovane ragazzo gay seduto sul marciapiede a capo chino.

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