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venerdì 18 maggio 2018

Inclusivo e pericoloso: le innumerevoli contraddizioni del Brasile





Ogni anno milioni di persone si riuniscono per partecipare ai Pride di San Paolo e Rio de Janeiro. Il matromonio omosessuale è in vigore dal 2013, l'adozione da parte di coppie dello stesso sesso è ampiamente riconosciuta, l'arruolamento nelle forze armate sembra non dare adito ad alcun tipo di discriminazione: insomma, a livello internazione il Brasile si distingue per la sua cultura tollerante, aperta e accogliente.

Nondimeno, a tutta questa inclusione si contrappone un lato oscuro, probabilmente meno noto ma non per questo meno incombente.

Rio de Janeiro, 2010. Alexandre Ivo, 14 anni, esce per una serata con degli amici gay quando, al ritorno dalla festa, viene aggredito e sequestrato da alcuni ragazzi più grandi. Dopo una tortura che si protrae per due interminabili ore, quando è ormai a terra e indifeso, senza battere ciglio lo sollevano e lo impiccano ad un ramo con la sua stessa maglietta. Il corpo viene poi abbandonato senza vita in un campo. Sarà ritrovato il giorno seguente dalla polizia con i denti rotti, il viso sfigurato, ematomi su tutto il corpo e una frattura esposta sul capo. I tre presunti assassini, Alan Siqueira Freitas, Eric Boa Hora Bedruim e André Luiz Cruz Souza, non sono mai stati condannati per mancanza di prove.




Goias, 2014. João Antônio Donati, 18 anni. Anche lui strangolato, violentato, il collo e le braccia rotte. Il cadavere è stato abbandonato in un terreno incolto, un foglio accartocciato in bocca con su scritto: "Fermiamo la piaga gay".


San Paolo, 2018. Matheus Passarelli, 21 anni e attivista Lgbt non binario. Scomparso questo 29 Aprile, i suoi resti sono stati ritrovati solo recentemente. Bruciato vivo, carbonizzato tanto da essere irriconoscibile, le speranze di recuperare indizi, compiere una ricostruzione accurata e trovare gli assassini si fanno sempre più disperate e inconsistenti.


I dati parlano chiaro: In Brasile ogni giorno un ragazzo omosessuale viene brutalmente assassinato. Secondo il Grupo Gay Bahía (GGB) nell'ultimo anno c'è stato addirittura un incremento del 30% e, se nel 2016 le vittime erano state 343, nel 2017 sono aumentate a 445. Di queste ultime, il 44.6% erano gay, il 43.9% transessuali, il 9.7% lebiche e l'1.3% bisessuali.

Tuttavia il pericolo maggiore è proprio per le persone trans, che secondo le stime non raggiungerebbero il milione di individui, mentre la popolazione gay si aggira attorno ai venti milioni.

Se in Brasile l'aspettativa media di vita di una persona etero è di 75 anni, per un trans arriva a malapena a 35.

Il quotidiano spagnolo El Mundo in un articolo risalente al 2015 ("Transexuales, la cara más frágil de Brasil") riporta che il 50% dei transessuali uccisi in tutto il mondo provengono proprio dal Brasile.

In un paese dove il 77% degli abitanti ha già chiesto la criminalizzazione dell'omofobia (e transfobia) come reato, può una minoranza omofoba fare la differenza?



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