Seppure non venga messa in dubbio l'estrema crudeltà di entrambi, le versioni discordanti dei due assassini non permettono di verificare le aggravanti.
La versione di Manuel Foffo, che già conosciamo e che è stato il primo ad essere ascoltato, si compone di pezzi frammentari e confusi in cui spiccherebbe la volontà premeditata di uccidere qualcuno, "Forse era mio padre la persona che veramente volevo uccidere, forse si è trattato solo di uno spostamento di persona" rivela inaspettatamente.
Nella propria versione, invece, Marco Prato si dipinge quasi come "vittima" di Foffo, o comunque completamente soggetto alla sua volontà, "Ero infatuato di lui" dice agli inquirenti "e non ho fatto che assecondare la sua follia omicida, ubbidirgli in modo passivo. I colpi che ho sferrato a Luca (la vittima) sono stati solo per aiutarlo a morire velocemente, perché soffrisse meno."
Ma Luca non è morto velocemente, ci sono volute più di due ore di sevizie con coltelli, martello e cavi di ferro: su questo entrambe le versioni concordano.
“Luca non moriva, si riprendeva ogni volta“, ha ribadito anche al pm Marco Prato “I colpi venivano dati per uccidere, ma Manuel era molto infastidito dal fatto che Luca non morisse”.
La versione di Manuel Foffo, che già conosciamo e che è stato il primo ad essere ascoltato, si compone di pezzi frammentari e confusi in cui spiccherebbe la volontà premeditata di uccidere qualcuno, "Forse era mio padre la persona che veramente volevo uccidere, forse si è trattato solo di uno spostamento di persona" rivela inaspettatamente.
Nella propria versione, invece, Marco Prato si dipinge quasi come "vittima" di Foffo, o comunque completamente soggetto alla sua volontà, "Ero infatuato di lui" dice agli inquirenti "e non ho fatto che assecondare la sua follia omicida, ubbidirgli in modo passivo. I colpi che ho sferrato a Luca (la vittima) sono stati solo per aiutarlo a morire velocemente, perché soffrisse meno."
Ma Luca non è morto velocemente, ci sono volute più di due ore di sevizie con coltelli, martello e cavi di ferro: su questo entrambe le versioni concordano.
“Luca non moriva, si riprendeva ogni volta“, ha ribadito anche al pm Marco Prato “I colpi venivano dati per uccidere, ma Manuel era molto infastidito dal fatto che Luca non morisse”.
In foto, Marco Prato |
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