De Profundis – Voto: 9,9
“Ogni volta che si subisce un giudizio, tutta la vita viene giudicata” Cit. De Profundis
Lunga lettera scritta da Oscar Wilde nel carcere di Reading, per l'ex compagno Lord Alfred Douglas, negli ultimi anni del 1800.
Il celebre scrittore inglese inizia a scrivere questo gigantesco classico della letteratura (omosessuale e non) intingendo un bastoncino in un fondo di caffè.
Sicuramente una delle lettere più lunghe mai scritte (e mai recapitata al destinatario), racconta una vicenda (quella dell'amore travagliato tra lo scrittore e l'ex amante) ed una storia incomparabile di gioia, dolore e paradossi: quella di ognuno di noi, infatti “la sofferenza è il mezzo tramite il quale esistiamo” ed è l'unico elemento che ci rende diversi gli uni dagli altri.
Ripercorrendo un percorso universale e senza tempo, dalla cultura classica, al vangelo, all'Inghilterra Vittoriana, siamo catapultati in un mondo incredibile e straordinario, quello di un artista geniale, che attraverso l'inchiostro tramanda le sue parole ed i suoi insegnamenti alle future generazioni. Saremo in grado di sostenere questa travolgente eredità verbale e di assumerla e compendiarla nel nuovo millennio?
Lo 0,1 che (emblematicamente) allontana il De Profundis dalla perfezione è dovuto al lato umano e imperfetto di Wilde che in questo scritto si rivela più potente, impetuoso ed irresistibile che mai, trasportandoci in una dimensione in cui dubiteremo delle nostre certezze più profonde.
Perché, in fondo, Oscar Wilde non è tale per il linguaggio forbito, elegante e ricercato, ma perché quello che salta immediatamente all'occhio (a tutti tranne alla critica dei lunghi elogi e panegirici, forse) leggendo una sua opera è che effettivamente ha sempre ragione, anche quando (umanamente) si contraddice.
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