I due giovani si trovavano in viaggio a bordo di un autobus dell'azienda SETA (Società Emiliana Trasporti Autofiloviari) sulla linea Perino-Piacenza quando il controllore ha chiesto loro di scendere perché non riconosceva le loro facce sui documenti.
In particolare il pubblico ufficiale, osservando il documento di Jennifer, avrebbe gridato che era una presa in giro e che il documento non apparteneva certo a lei in quanto la persona ritratta in foto era evidentemente un uomo. La ragazza, dopo aver provato a chiedergli di abbassare la voce per rispettare la sua privacy, tenta di spiegargli il suo percorso di transizione, con l'unico esito di ricevere maggiori insulti e umiliazioni: "Se sei un uomo perché ti travesti da donna?" avrebbe infatti urlato il controllore, spazientito, di fronte agli altri passeggeri.
A quel punto vengono entrambi invitati a scendere dal mezzo ed il controllore chiama i carabinieri per identificarli.
Jennifer, subito dopo l'episodio, ha avuto un attacco di panico ed è stata ricoverata al Pronto Soccorso di Piacenza.
Il MIT (Movimento Identità Transessuale), rappresentato dall'avvocatessa Cathy La Torre , fa sapere che agirà legalmente contro l'azienda di trasporti.
Tuttavia l'episodio mette in luce una situazione disastrosa, almeno in Italia, per quanto riguarda i diritti delle persone transessuali e, più in generale, delle minoranze.
"Vivo a Milano, in una bella zona, dove tuttavia ci sono ancora molti ragazzi e ragazze trans costretti a prostituirsi perché non trovano un altro lavoro." commenta Mirko Zoccarato, attivista lgbt "difficilmente trovano posto per mangiare o dormire alle mense e nei dormitori della Caritas perché lì iniziano le domande e i pregiudizi dei sedicenti religiosi."
Speriamo che almeno il coraggio di persone come Jennifer e Sebastian, che trovano la forza di fare denuncia, possa cambiare in qualche modo questa condizione di divarico sociale alle quali alcune minoranze, nel 2017, devono ancora sottostare.
0 commenti:
Posta un commento