Già lo scorso mese, il 9 Aprile 2017, United Airlines era stata al centro del dibattito per aver malmenato brutalmente e trascinato fuori un passeggero da un aereo in partenza da Chicago per Louisville a causa di un overbooking. La compagnia aveva infatti, ricordiamo, venduto più biglietti rispetto ai posti realmente disponibili: l'utente designato casualmente dal computer di bordo per abbandonare il volo era stato proprio il dottor David Dao, un medico che doveva arrivare urgentemente a destinazione per curare dei pazienti gravi e che perciò si era rifiutato di scendere. In risposta al diniego il personale della compagnia, con l'ausilio degli addetti alla sicurezza dell'aeroporto, ha provveduto a spaccare il naso al sessantanovenne sbattendogli la faccia contro lo schienale e a trascinarlo fuori di peso, mentre il resto dei passeggeri osservava in stato di shock.
Anche questo mese la compagnia non si è smentita: il 20 di Maggio infatti Henry Amador-Batten, cinquantatreenne padre arcobaleno che volava assieme al figlio di 5 anni verso la Carolina del Nord per raggiungere il suo compagno, è stato accusato da un assistente di volo di "tenere le mani troppo vicine ai genitali del bambino".
Uscito dall'aereo si è trovato ad affrontare un interrogatorio da parte della polizia, allertata dallo zelante assistente di volo, dove ha dovuto spiegare che teneva le mani sulle ginocchia del piccolo per rassicurarlo e farlo sentire al sicuro in quanto "suo figlio ha paura di volare".
Intanto gli hashtag #boycottunited e #boycottunitedairlines continuano ad essere estremamente popolari sui Social Media: dopotutto, perché viaggiare con una compagnia che lede i diritti fondamentali dei propri passeggeri? Un volo presuppone infatti l'inizio di un'avventura, ma con United Airlines rischia di tramutarsi in tutt'altra esperienza.
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