Si chiama Stephen John "Steve" Chalke ed è un sacerdote anglosassone di fede battista fondatore dell'organizzazione benefica Oasis Charitable Trust che promuove, tra le varie cose, l'inclusione del mondo Lgbt alla chiesa.
Le sue tesi, forse non completamente nuove ma certamente "inusuali" per un reverendo, hanno creato non poco scalpore nel mondo cristiano in quanto si propongono di interpretare la visione dell'omosessualità nella Bibbia sotto una nuova luce.
"Per farlo dobbiamo prima di tutto contestualizzare il periodo in cui è stato scritto il Nuovo Testamento, il quale in alcuni passi parrebbe contenere effettivamente condanne esplicite nei confronti dell'omosessualità." rivela Chalke in un'intervista.
In particolare, nelle Lettere di Paolo si dice " [...] le loro femmine hanno cambiato i rapporti naturali in quelli contro natura. Alla stessa maniera anche i maschi, abbandonando i rapporti naturali con le femmine, si sono consumati di desiderio gli uni per gli altri, commettendo atti impuri maschi con maschi."
O ancora: "Non sapete che gli iniqui non andranno nel regno dei cieli? Immorali, idolàtri, adùlteri, effeminati, sodomiti, ladri, avari, ubriaconi, ingordi e calunniatori non metteranno mai piede nel regno di Dio." (Corinzi 6,9.10)
"All'epoca" rivela il sacerdote "gli abusi dei potenti verso servi, schiavi e cittadini non romani erano all'ordine del giorno. L'omosessualità veniva condannata in quanto associata all'abuso sessuale e non in quanto tale, infatti in quel periodo per un cittadino romano il sesso al di fuori del matrimonio era perfettamente morale e accettabile con l'unico presupposto che codesti rapporti dovessero essere attivi e non passivi. A riprova di ciò, in nessun passo delle Bibbia si condanna una relazione sentimentale tra due uomini o due donne."
Di conseguenza la Bibbia punterebbe il dito non contro l'amore omosessuale, ma contro lo sfruttamento sessuale in generale, attraverso un linguaggio e un'espressione propri di quel tempo.
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