Una giovane coppia gay russa, 19 e 22 anni, ha recentemente inscenato un suicidio di fronte al parlamento di Helsinki per protesta, dopo aver scoperto che le loro richieste di asilo in Finlandia erano state respinte.
I giovani hanno rappresentato di fronte a una larga folla un atto puramente dimostrativo ma estremamente cruento affondandosi più volte un coltello nell'addome a vicenda. I referti dell'ospedale confermano numerose ferite nella regione addominale delle quali fortunatamente nessuna letale o pericolosa.
Il gesto di dissenso, che pure ha avuto poco clamore mediatico, doveva servire a sensibilizzare i Finlandesi così come il resto del mondo sulla situazione LGBT in Russia.
"Abbiamo fatto ricorso" affermano Aleksander e Nikita senza demordere "tuttavia i tempi sono lunghi e non possiamo tornare in Russia nel frattempo, in quanto verremmo sicuramente messi in carcere o uccisi per strada."
Ormai la condizione delle persone omosessuali in Russia è talmente drammatica che non si possono ignorare appelli come questo ed il ripristino di condizioni di vita dignitose per gay e lesbiche in un paese che sta facendo dell'odio per le minoranze la propria bandiera deve assumere un'importanza prioritaria globale.
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