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martedì 26 settembre 2017

La persecuzione LGBT si estende anche all' Azerbaijan


Arriva direttamente da NEFES , principale collettivo LGBT in Azerbaijan, la denuncia di quanto accaduto negli ultimi giorni.

Nella capitale Baku sono stati arrestati durante alcune retate centinaia di persone omosessuali in una purga che il presidente stesso di Nefes, Javid Nabiyev, definisce " molto simile a quella che sta avvenendo in Cecenia con la connivenza del governo russo".

Javid Nabiyev, presidente di Nefes

Intanto un portavoce del ministero dell'interno azero smentisce qualsiasi forma di repressione verso le minoranze e replica: "la polizia ha dovuto semplicemente adottare misure di sicurezza in quanto individui di orientamento sessuale non tradizionale si riunivano regolarmente in centro città dedicandosi a prostituzione ed altre attività illecite mettendo in serio pericolo l'ordine pubblico."

Spiegazione che appare quantomeno fragile, visti i precedenti del piccolo Stato.

Già nel 2016 il popolare quotidiano inglese The Guardian aveva definito l'Azerbaijan come " il peggior luogo al mondo dove essere gay ", seguito da Armenia e Russia.
Infatti, nonostante l'omosessualità sia formalmente legale, è uno dei paesi con la percentuale più alta di crimini d'odio verso la comunità LGBT ed alcuni politici nazionali come Ayaz Efendiyev, rappresentante del Ministero della Giustizia, hanno posizioni talmente estremiste da sembrare prese in prestito dal dittatore ceceno Ramzan Kadyrov.
Efendiyev, che (ricordiamolo) ricopre una carica pubblica importante all'interno del paese, si è recente espresso di fronte ai media internazionali incolpando l'occidente di "portare al crollo dei valori tradizionali difendendo i gay, i quali sono creature demoniache, portatrici di malattie e maledette da Dio."

Ayaz Efendiyev, deputato dell'Assemblea nazionale dell'Azerbaijan

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giovedì 21 settembre 2017

L'incredibile storia di Scott Shultz, l'attivista Lgbt brutalmente assassinato dalla polizia americana (VIDEO)


Scott Shultz, 21 anni, si definiva “bisessuale, non binario e intersessuale” ed era studente della Georgia Tech University e presidente della Georgia Tech Pride Alliance, organizzazione Lgbt interna all'università stessa.

Ora non potrà più né prendere la laurea, né proseguire con il suo attivismo, in quanto è stato barbaramente ucciso da un poliziotto.

Soffriva di depressione ed aveva tentato il suicidio più volte, senza mai riuscirci. Depresso e problematico ma non sprovveduto, Scott conosceva benissimo quanto la polizia americana avesse il grilletto facile, sapeva alla perfezione che ogni giorno viene addestrata a sparare in qualsiasi contesto e situazione e, probabilmente, intuiva anche che non avrebbe mostrato pietà nemmeno verso un ragazzino con dei disturbi mentali.

Adesso Scott vuole farla finita veramente. Questa volta non ce la fa proprio più a lottare con i suoi fantasmi: Il piano è semplice, quanto critico e risolutivo.

Nel letto dal dormitorio, tra le coperte, depone una lettera nella quale annuncia la propria morte.

Prende il cellulare, esce fuori e chiama il 911 segnalando un ragazzo dai capelli lunghi e biondi (si autodescrive) che si aggira per il campus con una pistola (mai rinvenuta) e un coltello, arma che in seguito si rivelerà una semplice lama multiuso (nulla che avrebbe potuto mettere seriamente in pericolo le vite dei ben quattro agenti armati intervenuti sul posto).

Scott aspetta tranquillamente l'arrivo delle forze dell'ordine fuori dall'edificio e gli va repentinamente incontro gridando: "Sparatemi!"

Dopo pochi minuti di trattative, vedendo che il ragazzo non risponde agli ordini e continua a urlare: "Uccidetemi" brandendo "minacciosamente" il minuscolo coltellino multiuso, uno degli agenti decide di accontentare finalmente le reiterate richieste sparandogli in petto. Le grida di dolore, poi niente. Scott non esiste più.

"Perché non hanno usato un arma non letale, come uno spray al peperoncino o un teaser?" hanno chiesto i genitori di Scott in conferenza stampa.

E in fondo è quello che si chiedono tutti.

Quel che è certo è che si trattava di ben quattro poliziotti armati e addestrati contro un ventunenne munito di un coltellino.
Ingiustizie del genere accadono, purtroppo, all'ordine del giorno. Solo che questa volta la crudeltà e la brutalità della polizia sono servite non come deterrente (quando mai la violenza è un deterrente? Non genera forse altra rabbia e violenza?) a compiere un'azione illegale, bensì da inusuale e quantomai inconsueto "stimolo al suicidio" per un ragazzo gravemente depresso. Un ragazzo nel bel mezzo di una crisi che avrebbe dovuto essere aiutato. Un ragazzo che doveva essere salvato, non ucciso.

Intanto il sito dell'associazione Georgia Tech Pride Alliance è momentaneamente fermo, queste le parole che commemorano il lutto: "Come avrete saputo abbiamo perso il nostro presidente, Scott. Siamo profondamente tristi per quello che è accaduto. Per ben due anni è stato il pilastro portante della nostra organizzazione. [...] La sua leadership ci ha permesso di creare profondi cambiamenti all'interno dell'università e fuori. Ci ha sempre ricordato come una molteplicità di fattori giochino sull'esperienza personale di ognuno e che, di conseguenza, bisogna pensare in maniera critica di fronte all'identità sessuale. Amiamo Scott e continueremo a lottare per un cambiamento."

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venerdì 15 settembre 2017

È dimostrato: c'è correlazione tra omofobia e abusi sessuali sui minori in chiesa


Un recente studio australiano della Melbourne University sostiene che il celibato obbligatorio imposto ai sacerdoti e l'ambiente profondamente omofobico che si respira nel contesto ecclesiastico "sono stati e sono ancora i maggiori fattori di rischio che possono portare all'abuso infantile".

Il Dottor Peter Wilkinson ed il Professor Des Cahill, durante un'indagine durata cinque anni, hanno individuato radici sistematiche allo stupro di minori: i ragazzi cattolici sono infatti a rischio di sviluppare una "immaturità psicosessuale" e di diventare quindi preti o frati sessualmente problematici e frustrati.

In particolare, una perizia che prende in considerazione 26 studi chiave provenienti da tutto il mondo sull'abuso di bambini nelle chiese, mostra dei dati sconcertanti: tra i cattolici, ben 1 prete ogni 15 è uno stupratore, "media che cala sensibilmente laddove non avviene la completa denigrazione del sesso femminile, come tra i pastori protestanti i quali hanno diritto al matrimonio e ad una vita sessuale" conferma il Dottor Wilkinson.

Di fronte invece ai numerosi religiosi che abusano di minori maschi i due studiosi affermano: "Non è l'omosessualità che porta alla pedofilia in questi casi, bensì l'omofobia. L'insegnamento profondamente omofobico di chiese e seminari secondo cui essere gay è sbagliato e l'unico rimedio per evitare il peccato consiste nella castità porta il soggetto ad una condizione di immaturità psicosociale che può divenire importante fattore e causa di disordini sessuali."

In sostanza, conclude lo studio, adolescenti e bambini si trovano maggiormente a rischio con i sacerdoti i quali "non abbiano risolto in modo soddisfacente i problemi legati alla propria identità sessuale."

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martedì 12 settembre 2017

Il Kuwait deporta decine di uomini sospettati di essere omosessuali


Il Kuwait è un minuscolo Stato del medio oriente con capitale Kuwait City ed una popolazione in crescita vertiginosa che si aggira attorno ai 5 milioni di abitanti.

Come in altri paesi vicini o confinanti (Bahrein, Omán, Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi...) è severamente proibito non solo essere apertamente omosessuali o transessuali, ma anche tenere una condotta ambigua o non perfettamente "ortodossa", come ad esempio non rispettare alla lettera i ristretti canoni di abbigliamento suggeriti dalla società.

Un cosiddetto "comitato della moralità" ha realizzato una serie di retate durante il mese di agosto, portando alla chiusura di 22 centri massaggi suppostamente luogo di incontri e alla deportazione di decine di persone reputate "colpevoli" di essere gay o transgender.

Già negli anni precedenti il piccolo Stato aveva minacciato controlli medici alla frontiera per "individuare i gay" tra i richiedenti visto. Le modalità di tale esame (forse non a caso) non sono mai state rese note.

In Kuwait il codice penale punisce le relazioni sessuali tra uomini adulti e consenzienti con 6 anni di carcere. La pena si alza addirittura a 10 anni in caso le persone coinvolte siano minorenni (ragazzi sotto i 21 anni), mentre l'omosessualità femminile non è nemmeno contemplata.

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sabato 9 settembre 2017

Un algoritmo è in grado di leggere l'orientamento sessuale nei tratti somatici


Nonostante il possibile scetticismo, lo studio è firmato dalla prestigiosa Stanford University, un'università privata californiana situata nel cuore della Silicon Valley.
Il software avrebbe memorizzato al suo interno 35.326 foto pubbliche relative a 14.776 persone iscritte a vari social network registrando un tasso di successo attorno al 90%, una percentuale incredibilmente alta. Ripetendo l'esperimento di fronte a giudici in carne ed ossa, ossia mostrando le stesse foto a persone reali e domandando se secondo loro la persona ritratta fosse etero o gay, la previsione si è rivelata corretta solo nel 60% dei casi. "I tratti somatici contengono molte più informazioni di quante ne possa percepire ed elaborare il nostro cervello" spiegano Michal Kosinksi e Yilun Wang, responsabili della ricerca.

In particolare, nei volti dei gay apparirebbero caratteristiche atipiche: "Ad esempio gli omosessuali maschi presentano una mascella più affusolata e sottile, nasi più lunghi e fronti più ampie."

Nonostante tali parole possano dare adito a riflessioni interessanti, riesce impossibile non pensare a Cesare Lombroso, il medico antropologo che a fine '800 era sicuro di poter individuare i criminali dai tratti anatomici.

In questo caso, fortunatamente, il progetto non mira a condannare o arrestare nessuno: tuttavia, al di là dei problemi di privacy personale annessi ad una simile indagine, pensiamo a cosa potrebbe succedere se uno strumento del genere finisse nelle mani sbagliate, ad esempio quelle del dittatore ceceno Ramzan Kadyrov, che negli ultimi mesi ha esternato apertamente a varie testate internazionali l'intenzione di uccidere gli omosessuali per "purificare la razza".

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lunedì 4 settembre 2017

Attivista LGBT Dexter ‘3D’ Pottinger assassinato in Jamaica



Dexter ‘3D’ Pottinger, famoso attivista LGBT, modello e fashion designer jamaicano, è stato trovato pugnalato a morte nella sua abitazione a Kingston il giorno di giovedì 31 Agosto 2017.

La polizia rivela che si potrebbe trattare di un crimine d'odio e che un sospettato, di anni 22, è già detenuto in carcere. Pottinger, 34 anni, era diventato estremamente famoso in Jamaica, oltre che per il suo impegno politico, per aver partecipato al Reality Show "Make me a star". Nel 2016 aveva aderito al Gay Pride di Kingston promuovendolo attivamente e diventandone il simbolo stesso tanto da acquisire il soprannome di "volto del gay pride".

In Giamaica, come in altre ex colonie britanniche, vige la legge anti sodomia la quale, anche se difficilmente viene applicata, punirebbe sia l'omosessualità sia la sodomia in generale (anche tra persone di sesso diverso) con una pena che può arrivare fino a dieci anni di lavori forzati.

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sabato 2 settembre 2017

Film - Sommersturm, breve introduzione


Sommersturm (2004)- Voto 9

"Un passo e ti liberi... Se ti nascondi tutta la vita, nemmeno tu ti riconosci " Cit. Sommersturm

Tobi (Robert Stadlober) è un giovane canoista segretamente infatuato dell'amico d'infanzia Achim (Kostja Ullmann), eterosessuale e a sua volta innamorato dell'affascintante Anke (Alicja Bachleda). Quando i due si recheranno in campeggio per partecipare ad una gara internazionale di canottaggio scopriranno che gli avversari con i quali si devono confrontare sono i QUEER, una squadra completamente gay proveniente da Berlino di cui fa parte anche il bellissimo e seducente Leo (Marlon Kittel).

Mentre Tobi scoprirà sulla sua pelle che quello per Achim è un amore impossibile, Leo si insinuerà nella sua vita pacatamente, con delicatezza estrema, insegnandogli ad accettarsi progressivamente.

Colti nel bel mezzo della notte da una tempesta, tanto reale quanto allegorica, le squadre dovranno abbandonare l'accampamento e le tende al loro destino per dirigersi ad un vecchio albergo, dove al riparo dal vento e dalla pioggia avranno tempo di ripensare agli accaduti degli ultimi giorni e riordinare finalmente le idee.

Sommersturm, anche conosciuto a livello internazionale come Summer Storm (o tormenta de verano, in spagnolo) è un film tedesco a tematica Lgbt per giovani e giovanissimi ormai diventato un cult nel cinema gay.

Il punto di forza della pellicola risiede in una semplicità genuina e schietta che permette un'immedesimazione pressoché totale nelle vicende della trama, che pure (e volutamente) non brilla di originalità.

Tobi è un ragazzo qualunque e, come tutti e nonostante sia sostanzialmente buono e di indole pacifica, commette errori, mente, si consuma di gelosia e si prodiga in figuracce e in liti insensate ed egoistiche.

Leo al contrario è il ragazzo perfetto, ammaliante e forse improbabile, tanto autentico quanto misterioso.

E proprio l'incontro dei due personaggi, unito ad una recitazione impeccabile da parte dei rispettivi interpreti, ad un'ambientazione suggestiva e ad una colonna sonora d'eccezione ("Flames" dei Vast), converge in quello che rimarrà un cult per le generazioni a venire.

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