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lunedì 28 settembre 2015

Floridia: perché sul suicidio di Aleandro dovrebbe calare il silenzio, soprattutto ecclesiastico


Come tutti sapranno, si è suicidato qualche giorno fa Aleandro Rudilosso. Non sarà mai scritto, in questo spazio, un vero e proprio articolo sul suicidio del giovane. Nonostante sia bene indagare le cause ed i disagi che portano una persona (soprattutto un adolescente) ad un gesto tanto estremo, farlo dall'esterno può essere altrettanto pericoloso e sviare dalla verità.
Nessuna fonte pare essere completamente chiarificante.
Ok, era omosessuale.
Non era accettato dai genitori? dagli amici o dai compagni di scuola? C'erano altri problemi, forse ugualmente pesanti da sostenere, di cui non siamo a conoscenza? Non lo sapremo mai, temo. E non sapremo mai chi era veramente.
Eppure la sua bacheca Facebook adesso è colma di messaggi di cordoglio: chi cerca un momento di notorietà (io lo conoscevo, quello che si è suicidato! Ci ho chattato su Whatsapp!", chi cerca di pulirsi la coscienza "virtualmente", attraverso un post. Chi non gli aveva mai parlato in vita gli parla ora, perché ora non può rispondere, in un monologo velatamente autoreferenziale.
Eppure la cosa migliore che potreste far per voi, per lui e per gli altri sarebbe dire, ripetere e ribadire (faccia a faccia chiaramente, perché a scrivere su un Social Network sono capaci tutti) ad altri ragazzi della sua età che non c'è nulla di male ad essere gay, che i problemi si superano, che la felicità potrebbe arrivare da un momento all'altro... oppure potete continuare il vostro monologo sulla bacheca di un morto.

Un altro aspetto interessante della vicenda è che se la religione ci concede il miraggio di un libero arbitrio, difficile da conquistare, in vita, non si può dire altrettanto in morte. Aleandro è "tornato alla casa del Signore."
Quella "casa del Signore" che in vita aveva rifiutato (e LO aveva rifiutato, in quanto omosessuale dichiarato) ora se lo riprende.
Perché non siamo mai liberi, neppure in ambito religioso. E in Occidente la cristianità vuole almeno i corpi di coloro che non è riuscita a ghermire mentre erano in vita: vuole collezionare le nostre anime, i nostri ricordi, le nostre ossa, nei suoi tenebrosi ossari.
E tutti coloro che sono andati a quel funerale, lo hanno ucciso due volte.



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martedì 22 settembre 2015

Ecco i responsabili del raid omofobo a Genova



Jurgen Ndrelalaj, 18 anni, Lorenzo Giuliani, 19 anni, e Federico Burlando, 19 anni. Rischiano fino 10 anni di carcere. Sono stati fermati domenica 20 settembre dopo oltre due mesi di indagini. Il 14 Luglio avevano pestato un barista fino a mandarlo in coma, perché ritenuto omosessuale a causa del trucco agli occhi. Il tutto era avvenuto all'interno di un autobus pubblico con la connivenza dell'autista Simone Furfaro, anch'egli indagato.

Pare avessero partecipato al pestaggo anche due ragazze: Megi Burhamaj, studentessa 19enne di origini albanesi, indagata per il tentato omicidio del barman Luca, ma al momento libera insieme all'amica Beatrice Marzo, è tuttora la testimone chiave del caso. Nega però la matrice omofoba sostenendo: «Non mi pare siano partite frasi intolleranti, anche se non mi stupirei». Nonostante ciò uno dei tre picchiatori ribadisce il contrario: «Era truccato da gay.»

Intanto è la fidanzata Chiara ad informare Luca (nome di fantasia) dell'arresto dei suoi aggressori. «Li hanno presi», le parole dette alla fine dell’ennesima seduta di fisioterapia. Un sorriso, un abbraccio e finalmente la risposta di Luca: «Voglio solo guarire e non pensare ad altro. Mi interessa riprendermi e lasciare questa struttura».
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venerdì 18 settembre 2015

Roma, manifesti omofobi abusivi

Si tratta dell'ennesimo atto di intolleranza nel cuore della capitale dove, nella notte tra giovedì 17 e venerdì 18 settembre, sono stati affissi numerosi manifesti abusivi non firmati che riportano queste frasi: "I bambini non si comprano. No alle discriminazioni, no all'utero in affitto, no al matrimonio e alle adozioni gay. La cosiddetta ''stepchild adoption'' prevista dal disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili consentirà alle coppie omosessuali di procurarsi ed adottare un bimbo... noi diciamo NO!".

Così a naso, parrebbe un'iniziativa di Forza Nuova o  Casa Pound come al solito... o forse di qualche neo-gruppo cattolico?

In ogni caso, bisogna avere veramente poco amor proprio (e poche cose da fare) per utilizzare il proprio tempo discriminando in modo così "organizzato".
Speriamo che tali persone trovino qualcos'altro che gli riempia la vita.


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giovedì 10 settembre 2015

Australia: non sempre la tolleranza è garantita


L'Australia si trova sicuramente molto più avanti, in quanto a diritti lgbt, a confronto anche di paesi europei come Italia, Romania, Ungheria, Albania e molti altri, tanto che in questo periodo si sta affacciando l'ipotesi del matrimonio gay (le persone omosessuali possono già accedere alle unioni civili dal 2002).

Eppure in concomitanza con la festa del papà, celebrata quest'anno il 6 settembre, l'associazione estremista  Marriage Alliance, ha deciso di lanciare uno spot che ammonisce severamente: "L'Australia si sta affacciando ai matrimoni egualitari che rigettano la necessità di un padre: alcuni bambini non festeggeranno mai la festa del papà."

Inoltre lo spot associa al matrimonio egualitario (riferendosi agli USA dove il matrimonio è permesso in alcuni stati, nemmeno tutti) il possibile aumento di bambini stuprati, giovani in carcere o che fanno uso di sostanze e all'incremento dei suicidi giovanili.

In realtà gli USA sono sì un paese complicato ma, come sappiamo, a causa di problemi sociali di tipo differente (disuguaglianza sociale, privatizzazione delle carceri e della sanità, sistema scolastico chiuso e poco efficiente e molto altro ancora).

Lo spot fa riferimento a fantomatiche e fantasiose statistiche che metterebbero in guardia su cosa potrebbe accadere se il matrimonio egualitario fosse finalmente approvato: +63% di suicidi giovanili, +80% di stupratori e più 85% di giovani nelle carceri.

Le immagini del video mostrano bambini emaciati e giovani in manette e/o sofferenti per la presunta mancanza del padre.


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mercoledì 2 settembre 2015

Nessuna pietà per gli angeli borderline: NARRATIVA GAY OGGI


TITOLO: Nessuna pietà per gli angeli borderline


AUTORE: Damiano Dario Ghiglino

EDITORE: Lo Studiolo, collana Altri Orizzonti

GENERE: Narrativa, (gay)

PREZZO: 8,50 euro (formato cartaceo) ; 3,69 euro (eBook)

PAGINE: 80:

Acquistabile su Amazon e su Libreriauniversitaria




"Ci nascondiamo all'ombra dei canali di scolo come i topi, ci inoltriamo in luoghi oscuri, a ridosso di mura buie e scrostate come fanno i lebbrosi, in strade strette dove non passa il sole... piene di spazzatura, lattine e vetri appuntiti." 

Con questo breve volume veniamo scaraventati di getto nel “diario segreto” di alcuni ragazzi, in una cronaca fatta di esperienze sessuali insolite e mortificanti, di cose indicibili, di dipendenze ed autolesionismo. Di fronte alla semplicità e all'ingenuità dei protagonisti si parano scenari gravosi e ineluttabili che questi ultimi subiscono passivamente, in modo quasi inerte, come se non avessero potere di scelta di fronte ad un “percorso sessuale” fatale e prestabilito.
Un'opera che, tra leggerezze e passaggi impietosi e altamente crudi, non risparmia nessuno e si lascia leggere facilmente a livello di sintassi ma non a livello di contenuti.
Parrebbe quasi una provocazione verso chi ancora crede nell'amore: solo il finale ci dà un barlume di speranza.
Un libro difficile da definire, da circoscrivere, da incasellare dentro ad uno schema.

Da leggere con lo stomaco, oltre che con la testa.

Molto adatto a curiosi, ma non solo. 

In vendita anche in formato Kindle a soli 3 euro:

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