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giovedì 30 luglio 2015

In breve: Le 15 città meno “gay friendly” (e non solo) del pianeta


Ecco gli ultimi 11 posti della classifica... e le altre 4? Inviate dei suggerimenti o provate ad indovinare...


15. Port Moresby, Papua Nuova Guinea

L'omosessualità risulta illegale nell'intero paese ed è punibile con la reclusione. In particolare la capitale, Port Moresby, è poco sicura per qualsiasi turista. Tuttavia a poche miglia dalla città sorge un piccolo villaggio di tolleranza (Hanuabada) abitato e frequentato in larga parte da uomini gay (“Gelege” in lingua locale)

Port Moresby, Papua Nuova Guinea




14. San Pedro Sula, Honduras

Seconda città dell'Honduras per popolazione dopo la capitale Tegucigalpa, è considerata una delle più pericolose al mondo con un tasso di omicidi annuo pari a circa 160 ogni 100.000 abitanti


13. Mosca, Russia

Nonostante la repressione del governo e la crescente omofobia, la vita gay nella capitale russa riesce a resistere e a vibrare...



12. Pyongyang, Corea del Nord

Anche se non esistono espressamente leggi contro l'omosessualità, è comunque presente una mancanza di libertà di espressione ed associazione generalizzata. Inoltre se non si rispettano le usanze del paese, le possibilità di finire in prigione (o in un campo di concentramento) e di non uscirne più sono assai elevate

11. Linfen, China

La Cina contemporanea non si è certamente affermata come portatrice del vessillo dei diritti lgbt: in particolare, questa città di oltre quattro milioni di abitanti situata nella regione dello Shanxi è conosciuta per essere una delle più inquinate del pianeta a causa delle numerose industrie di raffinazione che la circondano.



10. Gaborone, Botswana

Nonostante la vicinanza con il Sudafrica (che riconosce il matrimonio omosessuale), il Botswana è ancora ben distante dall'essere una meta “gay friendly”

9. Dzerjinsk e Noril'sk, Russia

Queste due città, oltre a trovarsi in Russia, sono le più inquinate del mondo a causa dell'industria chimica. A Dzerjinsk la speranza di vita è di circa quarant'anni



8 Chernobyl, Ucraina

La città oggi è abitata da circa 500 persone ed è ancora estremamente pericolosa a causa degli isotopi radioattivi e dalla fuoriuscita costante di radiazioni dal sarcofago, ormai fatiscente e fitto di crepe, che ricopre il reattore di Pripyat. Se decidete di andare in vacanza in Ucraina, non scegliete Chernobyl come meta.

7. Mogadishu, Somalia

L'omosessualità in alcune zone del paese è ancora punita anche con la morte e per di più, dal 2006, è in corso un'aspra guerra civile. Tuttavia la capitale a volte riesce a mostrarsi tollerante. Nel 2014 è stato celebrato un matrimonio gay.




6. Nouakchott, Mauritania


In Mauritania, secondo il codice penale, l'omosessualità è punita tramite lapidazione                                                                                                                                                                                             
5. Ahvaz, Iran

In Iran i rapporti tra uomini possono essere puniti con la morte o attraverso fustigazione, secondo la legge della Sharia. Inoltre Ahvaz è considerata la città più inquinata al mondo, conseguenza dell'industrializzazione sfrenata e dell'uso indiscriminato dei combustibili fossili.


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mercoledì 29 luglio 2015

Ricordate la storia del baby-sitter diciottenne di Daytona Beach condannato a 25 anni di carcere per molestie sessuali? Ecco tutta la verità



È successo a Daytona Beach, Florida, dove secondo i media un padre di 35 anni avrebbe sorpreso Raymond Frolander, baby-sitter diciottenne , a letto insieme al figlio di 12 anni.
In verità, l'unica cosa certa di cui siamo a conoscenza è che Frolander viene brutalmente picchiato, come confessa lo stesso Jason Browning (padre del ragazzino) durante la telefonata al 911 (il numero americano per le emergenze):

"Non mi sono preoccupato di porgli nessuna domanda, signore. Ora è qui bello steso sul pavimento per lei. L'ho trascinato in soggiorno. Quando l'ho visto alzarsi ed i pantaloni gli sono scivolati alle ginocchia non c'era più nulla che andasse detto."

Inoltre Browning non solo non è stato incriminato per lesioni, ma la sua reazione è stata anche condivisa dal capo della polizia di Daytona Beach, Mike Chitwood:
"Io avrei fatto lo stesso" ha dichiarato "si è comportato semplicemente come un qualunque altro padre avrebbe fatto"
Frolander ha deposto una "dichiarazione di colpevolezza" (che tuttavia non è da confondere con una confessione come è intesa nel nostro sistema giuridico), ammettendo di aver praticato sesso orale sul ragazzino dodicenne (Jason Lee B.) ed è stato condannato a 25 anni di reclusione.

Tuttavia su Facebook è presente una pagina dal titolo Raymond Frolander is innocent che ha già collezionato centinaia di like e di condivisioni e che mette in luce vari aspetti oscuri e poco noti di questo caso.

Premettiamo che il famoso regista e scrittore statunitense Micheal Moore nel suo celebre libro Stupid white man fa notare come nel suo paese gli accusati di un qualsiasi crimine, se indigenti e senza la possibilità di pagare le spese processuali, siano spesso costretti dai giudici e dagli stessi avvocati d'ufficio a dichiararsi colpevoli al fine di risparmiare allo Stato tempo e denaro. Ne consegue che, secondo le statistiche, circa il 5% delle persone recluse nelle carceri americane, sarebbe in realtà innocente.

Ritornando al caso specifico è poco noto che il signor Jason Browning, dopo aver malmenato il presunto pedofilo R. Frolander e dopo averlo trascinato in soggiorno in stato di incoscienza, si è subito preoccupato di scattargli una foto, che ha immediatamente diffuso sul web, vantandosi del gesto.




Dopodiché ha postato un annuncio sul sito gofoundme.com (sito che serve a raccogliere denaro grazie a elargizioni/donazioni di beneficenza), postando la foto del figlioletto presunto stuprato e chiedendo 1 milione di dollari per "ricostruirne l'innocenza" (Rebuilding innocence era il nome della campagna lanciata un anno fa, nel giugno 2014, chiusa pochi giorni dopo grazie alla decisa condanna dei media e delle testate americane)

"Stiamo cercando qualcuno che possa aiutarci" recitava l'annuncio "Il nostro bambino ha subito delle molestie sessuali ed ora dobbiamo ricostruire i pezzi e non ci possiamo permettere questo onere finanziario... per favore... qualcuno ci aiuti... Dio vi benedica."
Inoltre, questo Jason Browning non è certo un "comune padre di famiglia" né quello che si dice "uno stinco di santo", infatti risulta registrato per il sequestro di una o più persone minacciandole con un'arma da fuoco, nonché per altri reati minori.

Per di più, qualche mese dopo l'accaduto, pare abbia accusato la sua stessa figliastra di "pedofilia". A riprova di ciò vi sarebbe uno scatto di una conversazione facebook diffuso sul web dalla stessa Lorraine Browning (la figliastra), apparentemente convinta dell'innocenza di Frolander.



E che aggiungere d'altro se non che la versione della presunta vittima non è mai stata ascoltata pubblicamente, perché un processo non c'è mai stato?

In sostanza, questo caso non ha fatto altro che alimentare il pregiudizio "OMOSESSUALE = PEDOFILO" tra quella fascia di popolazione americana più becera ed ignorante. Tralasciamo il fatto che la percentuale di pedofilia, così a sensazione, è molto più alta tra gli ecclesiastici che tra gli omosessuali... a parte questo, siamo sicuri che i fatti siano andati veramente come riportano la polizia di Daytona Beach ed i media?



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martedì 28 luglio 2015

Gayburg: vescovo spagnolo vieta ad un transessuale di poter essere il padrino al battesimo del nipote

Un 21enne spagnolo si è visto rifiutare la possibilità di poter essere il padrino al battesimo del nipote. Pare che il parroco fosse intenzionato ad affidargli quel ruolo ma abbia cambiato idea una volta contattata la diocesi.
A quel punto Alex Salinas si è appellato al vescovo Rafael Zornoza, il quale ha sostenuto che il parroco sia stato «gentile e comprensivo» nel dire a Salinas che non avrebbe potuto ricoprire alcun ruolo «a causa dei requisiti canonici che prevedono che i padrini vivano secondo la fede». A suo dire, infatti, un transessuale non può aspirare a nulla di più che «incoraggiare spiritualmente e aiutare il bambino a vivere la fede» senza poter essere parte attiva di una Chiesa che non lo vuole accettare a causa del suo orientamento sessuale.
Il vescovo ha strenuamente difeso la decisione, sostenendo che «nessuno dovrebbe essere sorpreso se qualcuno non può essere ammesso a causa delle sua scelte di vita».
Un parlamentare spagnolo ha già provveduto ad avviare un'indagine per capire se quella posizione possa essere ritenuta un crimine d'odio e se la discriminazione perpetrata della diocesi possa essere perseguita in tribunale.

Gayburg: vescovo spagnolo vieta ad un transessuale id poter essere il padrino al battesimo del nipote
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Il Fatto Quotidiano: Domenico Naso elenca "le cinque cose che un gay dovrebbe smettere di fare alle soglie dei quarant'anni"



Nell'articolo figurano stereotipi vari come "ballare in discoteca senza maglietta", "andare in vacanza a Mykonos", "ascoltare Britney Spears" e "sniffare cocaina". Tuttavia, per quanto sarcastico, l'ultimo punto dovrebbe far riflettere... 
Siamo sicuri che rimorchiare in chat sia un'occupazione adatta a tutte le età?

Bisognerebbe quindi (scrive il giornalista):

"Disinstallare tutte le applicazioni di dating dallo smartphone. Non per altro, cari amici quasi quarantenni, ma giusto perché non fa bene alla nostra autostima già traballante leggere risposte del tipo: No grazie, un padre ce l’ho già!”, oppure “Scusa ma il volontariato nelle case di riposo lo faccio nei weekend”. Dignità, signori. Cominciamo a rimorchiare alla bocciofila o nelle sale bingo. Anche perché, siamo sinceri, i ventenni ormai ci guardano solo se mostriamo il portafogli."
I 5 comportamenti che bisognerebbe interrompere prima dei 40 anni
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